
Scene simili ma per un altro mezzo il treno si ripetono a soli 200 metri di distanza in linea d’area, in stazione
Un serpentone lungo più di cento metri. Sono decine e decine di turisti in fila, stranieri soprattutto. Sono americani, britannici, australiani. Ma anche tedeschi, francesi, canadesi. Aspettano ordinatamente, senza spingersi, né cercare di superarsi, di avanzare per potersi imbarcare su uno dei traghetti per attraversare il lago alla volta di Bellagio, Menaggio, Cadenabbia... Molti ci riescono, tanti no, devono restare ancora in fila, forse per ore e sperare di trovare posto sul battello successivo. Sono immagini che arrivano dalla zona dell’imbarcadero di Varenna, la piccola perla del Lario. Scene simili, ma per un altro mezzo, il treno, si ripetono a soli 200 metri di distanza in linea d’area, in stazione, solo che lì i viaggiatori sono meno disciplinati e si riversano in massa sui binari, con il rischio di cadere, travolgersi a vicenda, essere investiti dai convogli in arrivo e in partenza. Succede praticamente tutto l’anno, durante i fine settimana. "La stagione turistica si è allungata – spiega il sindaco Mauro Manzoni -. È così da marzo, forse prima, fino a ottobre". Resta l’incognita, anzi la certezza del caos, di quest’estate, quando la linea ferroviaria Lecco – Sondrio sarà completamente chiusa e i visitatori non avranno a disposizione i treni. Dovranno trasferirsi tutti sui pochi e lenti traghetti che incrociano a Varenna e che già non bastano, oppure sui bus navetta sostitutivi, che però avranno meno posti dei vagoni, saranno più lenti, dovranno procedere in mezzo al traffico e in centro a Varenna non potranno passare. Il sindaco infatti ribadisce il suo no: "Il divieto d’ingresso dei bus, non è un semplice capriccio del sindaco di Varenna, ma l’unico modo per evitare che in centro paese si creino problemi di ordine pubblico, di sicurezza per i pedoni e di traffico ingestibile". Daniele De Salvo