di Daniele De Salvo
L’ex convento trasformato prima in villa di lusso di artisti, poi in scuola dei premi Nobel e infine in museo, sta “guarendo“. Conclusa la fase acuta della pandemia, a Villa Monastero è terminata anche la quarantena. "A dicembre i visitatori durante le 18 giornate di apertura sono stati 1.788, rispetto ai 52 dell’anno prima con 2 giornate di apertura ma anche dei 1.043 del 2019 con 11 giornate di apertura", spiega Anna Ranzi, conservatore della Casa museo con giardino botanico e centro congressi annessi, che sono un compendio provinciale pubblico.
Il record dell’intera annata registrato nel 2019 con 97.576 ingressi resta lontano, ma nel 2021 hanno varcato la soglia 71.760 persone, molte con l’emergenza sanitaria in corso. Nel 2020 i visitatori erano stati invece 39.383, nemmeno troppo pochi tenendo conto dei lockdown. Che il periodo di isolamento fosse ormai finito lo si era già compreso a novembre con 1.428 visitatori, quasi 400 in più dei 1.091 del 2019 senza Covid. L’anno appena archiviato si è inoltre chiuso con un gesto di speranza per il futuro, più forte di numeri e statistiche: una proposta di matrimonio, perché Villa Monastero è anche la casa degli innamorati con la riproduzione del famoso “Bacio“ di Francesco Hayez nella versione del 1823 ispirata alla tragedia di Romeo e Giulietta.
A scegliere Villa Monastero come location da favola per chiedere a sorpresa alla fidanzata di sposarlo è stato un giovane inglese di successo. Il complesso di Villa Monastero risale al XII secolo, come testimoniato da una preziosa pergamena datata 30 marzo 1204. Inizialmente era un monastero femminile cistercense, trasformato nel Seicento e poi ristrutturato e decorato in stile eclettico tra la fine dell’800 e l’inizio del ‘900, passando di mano in mano a diversi privati, tra cui la cognata di Massimo d’Azeglio e parenti di Alessandro Manzoni. Nel 1936 Villa Monastero è diventata un bene pubblico come museo e successivamente un centro congressi per i ricercatori del Cnr, sede anche della Scuola internazionale di fisica dove sono saliti in cattedra 60 premi Nobel tra i quali nel 1954 Enrico Fermi. Dopo essere stata gestita fino al 1996 dalla Provincia di Como, dal 2009 è di proprietà della Provincia di Lecco.