DANIELE DE SALVO
DANIELE DE SALVO
Cronaca

Visite a Villa Cedri-Crespi: "Omaggio a Giulia Maria nella terra che più amava"

A Merate nel ’29 nasceva la fondatrice del Fai. Porte aperte nel week-end "Le nostre radici sono qui, nei luoghi del suo paesaggio culturale e affettivo".

A Merate nel ’29 nasceva la fondatrice del Fai. Porte aperte nel week-end "Le nostre radici sono qui, nei luoghi del suo paesaggio culturale e affettivo".

A Merate nel ’29 nasceva la fondatrice del Fai. Porte aperte nel week-end "Le nostre radici sono qui, nei luoghi del suo paesaggio culturale e affettivo".

MERATE (Lecco)Una villa quadrata, massiccia e compatta come un castello. Sorge sul punto più alto delle colline di Merate. Da lì, in località Biffo, si domina l’intera Brianza lecchese, fino alle Prealpi lombarde a nord, il massiccio del Rosa lontano a ovest e la Pianura padana a sud. È Villa dei Cedri. Ma prima si chiamava Villa Biffo, o Villa Crespi: è lì che il 6 giugno 1923 è nata Giulia Maria Crespi, scomparsa nell’estate del 2020, la “mamma“ del Fai, il Fondo ambiente italiano, che quest’anno compie mezzo secolo. Un luogo, "dove nascendo, avevo aperto gli occhi al dolce sole brianzolo, che in autunno colora le foglie con sfumature d’oro", come descriveva la sua casa d’origine. Nell’ultimo fine settimana i volontari della delegazione dell’Alta Brianza, in occasione delle Giornate Fai di primavera, per omaggiarla l’hanno aperta ai visitatori.

"Le nostre radici affondano qui, non potevamo non ricordare e non rendere omaggio alla nostra fondatrice nella sua terra d’origine – racconta Marcella Mattavelli, responsabile del Patrimonio culturale e museale della Statale di Milano, che nel 2016 ha aperto la delegazione del Fai dell’Alta Brianza, di cui è presidente –. Abbiamo svolto puntuali ricerche d’archivio durate mesi per restituire la bellezza di questo edificio così imponente lasciandoci guidare proprio dai ricordi di Giulia Maria Crespi". Grazie ai volontari del Fai, i visitatori nel week-end hanno così scoperto il viale dei cipressi adornato dalle statue dei mesi che conduce alle gloriette, un elegante tempietto con fontana; la Castagnola, una piccola casa nascosta nel bosco di castagni; la cappelletta; la grande piscina che era il fulcro della vita mondana della famiglia Crepsi. Non solo la villa della fondatrice del Fai però: "Sempre lasciandoci guidare dai suoi ricordi e dalla sua autobiografia abbiamo organizzato visite guidate in altri luoghi al lei cari – prosegue Marcella –. Ad esempio il Convento di Sabbioncello, dove lei avrebbe voluto sposarsi invece che in San Babila". E poi Villa Subaglio e Villa Mombello a Imbersago. "Sono luoghi del suo paesaggio culturale e affettivo a cui lei è sempre rimasta molto legata e di cui parlavano spesso quando avevamo occasione di incontrarci", spiega Marcella, che ha fatto crescere da zero una delegazione che ora conta 1.840 soci. Oppure il traghetto leonardesco di Imbersago, al momento il secondo luogo più votato a livello nazionale per il concorso dei Luoghi del cuore del Fai. "Le Giornate di primavera del Fai sono fondamentali per consentire alle persone di partecipare alla conoscenza, alla valorizzazione e al recupero del patrimonio culturale che li circonda – sottolinea –. Grazie ai fondi raccolti, oltre alla bellezza, riusciamo anche a generare lavoro, perché nei luoghi recuperati e aperti al pubblico lavorano oltre 300 persone".