DANIELE DE SALVO
Cronaca

Visita urgente da prenotare: nel pubblico appuntamento al 2026. E nel privato? Il giorno dopo

Il racconto di un pensionato di Casatenovo, al quale il medico aveva prescritto accertamenti da svolgere in pochi giorni. Al Cup del San Gerardo di Monza la risposta sconfortante: “Ci vediamo fra due anni”

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Il pensionato è stato costretto a pagare 150 euro per la visita Avrebbe dovuto aspettare tredici mesi

Casatenovo, 7 dicembre 2024 – “Dovrei prenotare una visita urgente, entro dieci giorni”. “Mi spiace, il primo appuntamento è per gennaio”. “Gennaio 2025 giusto, tra qualche settimana?”. “No, tra un anno, a gennaio 2026”. “E a pagamento, sempre qui da voi?”. “A pagamento domani”. Un dialogo di ordinaria malasanità quello tra Corrado Frigerio, pensionato di 68 anni di Casatenovo, e una gentile operatrice del Cup, il Centro unico di prenotazione, del San Gerardo di Monza, Lombardia, motore economico e, almeno un tempo, eccellenza sanitaria d’Italia. “Naturalmente ho prenotato a pagamento – spiega Corrado – Ho speso centocinquanta euro”.

Del resto come avrebbe potuto aspettare 13 mesi?. “A fine novembre ho effettuato gli esami del sangue – racconta Corrado -. Poche ore dopo il prelievo mi hanno telefonato dal laboratorio per avvisarmi che alcuni valori erano preoccupanti, invitandomi a contattare immediatamente il mio medico di base”. Detto e fatto, la mattina seguente: il medico gli ha prescritto una visita ematologica urgente con priorità breve, “entro 10 giorno”. “Era sabato, lunedì sono subito andato al San Gerardo. Ospedale che mi è stato suggerito dal medico”, prosegue Corrado. Di posti in agenda entro dieci giorni nulla, ma nemmeno entro qualche settimana e neppure qualche mese: il primo appuntamento disponibile proposto era non prima di gennaio 2026, al San Gerardo di Monza come in tutti gli altri ospedali della Brianza e di mezza regione.

“Ho chiesto allora se fosse possibile prenotare a pagamento”, continua Corrado. "Certo, se vuole già domani”. Nello stesso ospedale e con uno degli stessi specialisti del sistema sanitario regionale pubblico, ma a fronte di una parcella di 150 euro.

“Pazzesco, certo, ma ero molto preoccupato e ho accettato. Cos’altro avrei dovuto fare?”, è la considerazione di Corrado. Tra l’altro lo specialista ha prescritto altri accertamenti, ma non ha potuto rilasciargli la ricetta proprio perché la visita era a pagamento, sebbene con un medico del sistema sanitaria regionale, così ha dovuto tonare dal suo dottore per le nuove prescrizioni. "Io alla fine mi ritengo lo stesso fortunato, ho potuto permettermi di pagare 150 euro. Chi non ha quei soldi?”.