DANIELE DE SALVO
Cronaca

Voglia di sicurezza. I sindaci invocano controlli contro spaccio, furti e risse

Lecco, l’appello rivolto al prefetto è firmato anche dalla presidente della Provincia. La polemica: "I reati sono in calo perché i cittadini sfiduciati non denunciano".

Voglia di sicurezza. I sindaci invocano controlli contro spaccio, furti e risse

Caro prefetto ti scrivo... sulla sicurezza, che non c’è. I sindaci della provincia di Lecco hanno preparato una lettera, anzi due, per chiedere al prefetto di Lecco Sergio Pomponio un incontro e soprattutto un "maggiore, continuativo e programmato presidio del territorio" per fronteggiare "furti, vandalismi, aggressioni, risse che si moltiplicano, uniti alla grave problematica dello spaccio di stupefacenti". Ormai le missive sono state recapitate al destinatario, ma hanno iniziato a far discutere fin da quando sono iniziate a circolare in bozza. La prima è un documento firmato da quasi tutti i primi cittadini, l’altra un testo di accompagnamento e presentazione siglato della presidente della Provincia Alessandra Hofmann. Al di là della forma, che mai come in questi casi è sostanza, a far discutere sono le accuse neanche troppo velate rivolte a sua eccellenza e ai vertici delle forze dell’ordine.

A partire dalla mancanza di fiducia degli amministratori locali sulle statistiche sui reati in calo, snocciolate ogni volta che vengono convocate riunioni del Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica: "Il numero dei reati denunciati in costante calo è sintomo di poca fiducia nelle forze dell’ordine e nella giustizia e non di miglioramento delle condizioni di legalità; si denuncia per nulla, si smette di denunciare". E solo il primo dei J’accuse dei primi cittadini, che continuano: "in ogni caso, non abbiamo mai mancato di segnalare le problematiche. Purtroppo, salvo singoli e ben comunicati interventi, non abbiamo mai avuto riscontro alle nostre richieste di presenza coordinata e continuativa e di un piano strategico per arginare il fenomeno. E ancora: "Non sono mancate situazioni surreali di accanimento contro gli esercenti pubblici o nei confronti di cittadini puniti per altri tipi di comportamenti. I cittadini sbadati puniti, il criminale impunito".

Infine la stoccata finale, che però è una disperata richiesta di aiuto di chi è formalmente incaricato della pubblica sicurezza senza tuttavia avere strumenti né risorse per assolvere all’incarico: "Siamo spesso soli a provare a dare risposta alla richiesta di sicurezza dei nostri cittadini, alla richiesta di chi rispetta le regole di poter vivere le nostre comunità ed i suoi luoghi pubblici".