Annone Brianza (Lecco) – “Oh, yeah… si dice così, no?”. Che ci fa Pino D’Angiò nel cartellone del Nameless tra Benny Benassi e Dj Snake, Naska e Steve Angello, Justice e Tony Effe o Riva Starr? Bene, bene, non lo sa neppure lui. Ma non sembra preoccuparsene più di tanto. "In un festival così, io sono la pecora nera" ammette il musicista campano, 71 anni pronto ad approdare su quel ramo del Lago di Como il secondo giorno della rassegna, in programma dal 14 al 16 giugno. "Per me è un onore, perché ritengo questa presenza l’omaggio non tanto a una canzone, anche se di successo come ‘Ma quale idea’, ma a una carriera lunghissima come la mia".
Il successo incassato a Sanremo condividendo proprio “Ma quale idea” con in Bnkr44 la sera riservata alle collaborazioni se lo sarebbe aspettato?
"Anche se in questi ultimi anni avevo notato una certa recrudescenza dell’intenzione, debbo dire che Amadeus è stato il primo ad accorgersi che ‘Ma quale idea’ è un fenomeno mondiale da quasi 45 anni. Se Sanremo è il Festival della Canzone Italiana, una hit dance più italiana di così dove la trovi: l’unica nella nostra lingua capace di trionfare nelle discoteche tutto il mondo. Meno male che, alla fine, qualcuno se l’è ricordato".
Pure lei in questo oblio ci ha messo del suo, visto che nel 2011 diceva “come artista sono ufficialmente deceduto”.
"Nel 2011, con l’operazione alle corde vocali che mi aveva lasciato afono, la storia era finita. Poi con le cure e la logopedia sono riuscito pian piano a ritirarmi su".
Ora come sta?
"Cinque mesi fa mi hanno tolto un polmone, ma non me ne sono neanche accorto. Certo, non posso più fare i 100 metri ostacoli, ma temevo conseguenze peggiori. Quindi diciamo che sto benone".
“Ma quale idea” ha avuto tante versioni e tanti rifacimenti. Potendola affidare a qualcuno per l’ennesimo remix, chi chiamerebbe?
"Forse Bob Sinclar, che conosco abbastanza bene. Anche se, paradossalmente, nei nostri incontri dell’eventualità non abbiamo mai parlato".
Nell’87 la sua “Ma chi è quello lì?” l’ha cantata Mina.
"Una volta scritta, mi resi conto che non era adatta a me. E così finì nel cassetto dei provini andati a vuoto. Quando Mina mi disse che voleva un pezzo intelligente e carino dei miei, per non perdere l’occasione, risposi di avere da parte qualcosa. E riaprii il cassetto. Poi un giorno squillò il telefono e all’altro capo Massimiliano Pani mi disse: mamma è impazzita per la canzone che le hai mandato e non fa altro che cantarla".
Casi della vita.
"Già. Dico a tutti che il successo si chiama così proprio perché è successo, è capitato. Non lo cerchi. Arriva e basta. Quindi è inutile star lì a chiedersi il perché".
Un po’ come certe infermità.
"Mi sono ammalato nel 2005. Il fatto di essere ancora qui vuol dire che sono stato baciato dalla fortuna. Così come per l’aver scritto tre-quattro hit mondiali (‘Ma quale idea’, certo, ma anche ‘The age of love’ e ‘Okay okay’) o per l’affetto di cui mi ricopre la gente. Qualche tempo fa una ragazzina mi ha abbracciato dicendo: ‘Pino, perché non sei mio nonno?’. Per me è stato un momento bellissimo".
Potendo avere ancora un favore alla buona sorte, cosa chiederebbe?
"Poter vedere un nipotino. Mio figlio Francesco s’è sposato sette mesi fa e prima o poi dovrebbe accadere, ma io… diciamo che ho un po’ di fretta, va".