DANIELE DE SALVO
DANIELE DE SALVO
Cultura e Spettacoli

Nella serie tv sui romanzi di Andrea Vitali Bellano diventa Bellamo: “In questo modo il maresciallo Maccadò sarà di tutti. Ma nei libri non cambio”

Nello sceneggiato di Rai Uno il paese lecchese scompare: riprese altrove e nome storpiato. Il celebre scrittore-medico di famiglia: “È giusto. E poi anche Camilleri ha fatto così...”

Lo scrittore Andrea Vitali, 69 anni, i suoi libri hanno venduto milioni di copie

Lo scrittore Andrea Vitali, 69 anni, i suoi libri hanno venduto milioni di copie

Bellano (Lecco) – Il maresciallo Ernesto Maccadò trasloca. Le sue storie trasmesse in tv non saranno ambientate a Bellano, lo splendido borgo sul lago di Como, ma nel più neutro Bellamo, un paese così introvabile che sulle carte geografiche nemmeno esiste. Andrea Vitali come Andrea Camilleri? Sì. E c’è un perché. Lo spiega lo stesso scrittore-medico di famiglia, 69 anni portati benissimo, da poco andato in pensione. Il padre letterario del maresciallo più famoso d’Italia, protagonista di sette dei suoi oltre sessanta romanzi da quattro milioni di copie, i cui casi stanno per diventare uno sceneggiato televisivo.

Vitali, perché Bellamo e non Bellano?

“La Bellano degli anni Venti e Trenta in cui sono ambientati i miei romanzi sul maresciallo Ernesto Maccadò non esiste più. Per ricreare le ambientazioni e le atmosfere di quell’epoca, è stato necessario cercare altri posti e altre architetture più adeguate. Le riprese sono state così girate altrove. Cernobbio e Torno, ad esempio, sempre sul lago di Como ma non a Bellano, oppure sul lago d’Orta, addirittura un altro lago”.

Non si sarebbe potuto tenere almeno il nome senza cambiarlo?

“No. Non sarebbe stato corretto. Inoltre una regola non scritta nell’ambiente cinematografico prevede che si inventi un nuovo nome della location quando appunto le riprese vengono girate altrove. E poi è anche un modo per svincolare il mio maresciallo da un posto geografico specifico in particolare, Bellano appunto, per poterlo avvicinare e farlo sentire più vicino a tutti, indipendentemente da dove ogni telespettatore abiti”.

Un po’ come la Vigata del commissario Salvo Montalbano, che sarebbe la Porto Empedocle di Andrea Camilleri, ma che in realtà sulla mappa non esiste?

“Ecco sì, è proprio così. La Bellamo del mio maresciallo Maccadò è come la Vigata del commissario Montalbano, che esiste ma non esiste, perché è un paese e allo stesso tempo un insieme di diversi paesi. Alla fine, in entrambi i casi la collocazione geografica rimane, ma non il luogo preciso. Senza volermi naturalmente con ciò nemmeno paragonare al grande Camilleri...”.

Le è dispiaciuto cambiare il nome a Bellano che, oltre ad essere l’ambientazione di praticamente tutti i suoi romanzi più famosi, è anche il suo paese dove è nato, cresciuto, dove vive e dove a lungo è stato medico?

“Beh sì, all’inizio non me l’aspettavo nemmeno io, non l’avevo proprio messo in conto. Per questo sono stato il primo a chiedere ai produttori il perché di questa scelta. Poi, quando mi hanno spiegato le ragioni, mi sono parse condivisibili e giuste e quindi non solo ho accettato la decisione, ma l’ho anche condivisa in toto”.

Perché proprio Bellamo, allora?

“Sono stato io a dare una mano a trovare il nuovo nome e a proporre Bellamo al posto di Bellano. È proprio per amore e rispetto del mio paese, a cui sono estremamente legato. In fondo alla fine è solo una “m“ al posto di una “n“. Il nome cambia, ma non troppo, e Bellamo evoca immediatamente Bellano”.

In futuro anche nei suoi romanzi come in tv Bellano diventerà Bellamo?

“Assolutamente no. Il paese del maresciallo Ernesto Maccadò era, è e resterà Bellano, e Bellano continua ad essere il mio paese”.