Invoca l’aiuto del Governo e in particolare della premier Giorgia Meloni per garantire il futuro della Vismara il sindaco Filippo Galbiati, preoccupato per le disavventure finanziarie del Gruppo Ferrarini che rischiano di avere ripercussioni serie anche sullo storico marchio brianzolo. Lo scorso 27 gennaio il primo cittadino aveva incontrato i componenti della Rsu del salumificio, accompagnati dai segretari dei sindacati degli alimentaristi di Cgil Cisl e Uil di Lecco.
Nel corso dell’incontro i lavoratori hanno manifestato le proprie preoccupazioni per la sorte della Vismara, che opera ancora sotto il peso del decreto ingiuntivo emesso dal Tribunale di Lecco nello scorso mese di dicembre ed attualmente sospeso.
"Questa azienda rappresenta una realtà produttiva storica fortemente radicata nel territorio della Brianza lecchese – ha scritto il sindaco nella sua lettera-appello indirizzata a Giorgia Meloni, al ministro delle Imprese Adolfo Urso, al presidente di Regione Lombardia Attilio Fontana, al prefetto e alla presidente della Provincia di Lecco - Attualmente vi lavorano circa 160 dipendenti che rappresentano tutt’oggi la vera forza di un marchio che ha fatto della qualità della produzione un elemento fortemente identitario e riconosciuto in Italia come all’estero. Nonostante le serie difficoltà finanziarie del Gruppo Ferrarini di Reggio Emilia, che detiene da anni Vismara, anche in quest’ultimo anno la sede brianzola di Casatenovo ha sviluppato un aumento dei volumi produttivi e guadagnato nuove quote di mercato. Il Gruppo Ferrarini e la società Vismara, come a voi noto, sono oggetto di un percorso di concordato preventivo, soffrendo di una situazione di esposizione finanziaria molto seria, che preoccupa i lavoratori ed i loro rappresentanti".
In nome dello spirito di collaborazione tra le istituzioni il sindaco chiede un incontro per dare garanzie ai dipendenti. "Il nostro Comune d’intera con la Regione e la Provincia ha messo in sicurezza dal punto di vista urbanistico la nuova sede dell’azienda, nonostante le reiterate inadempienze del Gruppo Ferrarini che si era impegnato con un accordo di programma a riqualificare le aree della fabbrica dismessa, proprio nell’ottica di riconoscere la priorità della salvaguardia dell’occupazione – conclude –. È importante che le Istituzioni, nel rispetto dell’autonomia e delle competenze dei tribunali competenti, tengano monitorata questa situazione, anche e soprattutto per la difesa dell’occupazione di 160 lavoratori".