
Peppino Ciresa
Lecco, 24 settembre 2020 - «Ripartiamo dall’1-0, nonostante il mio avversario continui a sostenere che siamo sullo 0-0. Certo quell’1-0 non è bastato a farci vincere al primo turno ma resta una vittoria che mi rende molto fiducioso".
Se lo aspettava, Ciresa? "Avrei preferito vincere subito ma sono contento così perché siamo riusciti a ricompattare una coalizione di centrodestra che negli ultimi anni aveva faticato. Rispetto alle amministrative del 2015 abbiamo guadagnato 22 punti percentuali e non è poco".
E adesso? "Adesso continueremo a lavorare per confermare i voti ottenuti e mettere in sicurezza il vantaggio di quasi sette lunghezze e allungare se è possibile".
Conferma la chiusura a qualsiasi apparentamento? "Siamo convinti che gli apparentamenti annacquino il programma e non vogliamo scendere a compromessi. Li facciano i nostri avversari, che sono chiamati a recuperare un bello svantaggio".
Un’altra dimostrazione di sicurezza come quella palesata alla vigilia del voto? "I lecchesi devono decidere se continuare a far governare la città dal centrosinistra che, tranne qualche eccezione, ha fatto male o scegliere il centrodestra".
Ci fa un esempio di fallimento del centrosinistra in questi ultimi dieci anni al governo? "Penso al porto delle Caviate. È da quarant’anni che se ne parla e finalmente, sotto l’ultima giunta guidata da Lorenzo Bodega, c’era anche pronto un progetto che con qualche correzione avrebbe ridato slancio turistico alla città. Si è persa un’occasione".
E sul tema teleriscaldamento come farà a mediare tra il “no“ della Lega e il “si“ delle altre forze della coalizione? "Sono un uomo pratico e soprattutto che sa ascoltare: andremo avanti nella programmazione e se ne dovesse valere la pena, si farà altrimenti no. Semplice".
Come cambierà Lecco nel caso diventasse sindaco? "Sarà innanzitutto una città più decorosa, pulita e sicura".
A 73 anni di solito uno si gode la meritata pensione: non si è sentito “tirato per la giacchetta“? "Antonio Rossi me lo aveva già chiesto cinque anni fa ma allora non c’erano le condizioni. Anche questa volta non ho detto subito di sì: ho detto prima di chiedere anche altri ma poi la coalizione forse aveva bisogno di un buon padre di famiglia che riuscisse a mettere d’accordo tutti. Ed eccomi qui pronto al secondo round".