DANIELE DE SALVO
Politica

Berlusconi? No. Anche il parco di Merate gli nega l’intitolazione, ma è stato lui a donarlo alla città

Operazione immobiliare: la cascina, le villette firmate dall’archistar Botta. E il bosco urbano. La giunta di centrosinistra gli preferisce le Madri Costituenti. “Una vendetta ideologica”

Una delle visite di Berlusconi a Merate

Una delle visite di Berlusconi a Merate

MERATE (Lecco) – Non c’è pace per Silvio Berlusconi. Dopo l’intitolazione dell’aeroporto di Malpensa, osteggiata anche dal Comune di Milano, e quella negata dello stadio Brianteo di Monza, ora anche Merate, tra mille polemiche sempre uguali, si rifiuta di rendere un omaggio, postumo, al Cavaliere, sebbene il bosco urbano che alcuni supporter volevano dedicargli lo abbia regalato lui alla città.

Il rifiuto di intitolare all’ex premier scomparso il 12 giugno 2023 all’età di 86 anni quel piccolo angolo di paradiso terrestre, con piante rare e una scenografica fontana neoclassica in marmo bianco di Carrara scolpita da maestri napoletani, arriva da Patrizia Riva, neo assessora a Promozione culturale e turistica, Istruzione, Pari opportunità e Legalità della giunta di centrosinistra guidata dal sindaco Mattia Salvioni. A Berlusconi, che quel parco lo ha appunto voluto, progettato nei minimi particolari, e pagato, lasciandolo a disposizione di tutti, l’assessora ha preferito le 21 Madri costituenti.

“Pur appartenendo a forze politiche molto distanti, le costituenti seppero trovare modi e punti di incontro per fare fronte comune e garantire alle italiane e agli italiani eguaglianza di diritti e pari opportunità nella nuova Carta Costituzionale dell’Italia democratica entrata in vigore il 1° gennaio 1948”, si spiega nella delibera di intitolazione del parco. Apriti cielo: “Quel parco urbano, che molti meratesi hanno da subito indicato come “parco di Berlusconi“ è stato interamente realizzato e donato proprio dal quattro volte presidente del Consiglio – tuonano dalla minoranze, sia l’ex borgomastro leghista Massimo Panzeri sconfitto all’ultima tornata, sia l’ex primo cittadino forzista Dario Perego, divisi alle scorse elezioni, ma uniti nel perorare la causa del parco berlusconiano –. Probabilmente per un motivo puramente ideologico, dalla maggioranza dimostrano ingratitudine la donazione e non voglio intitolare il parco a Berlusconi perché è il fondatore di Forza Italia”. Nella querelle entrano a gamba tesa anche i pentastellati: “Il “benefattore“ in realtà ha eseguito un’operazione commerciale a suo favore e cioè una semplice valorizzazione delle ville con sistemazione di terreno adiacente per mascherarle e aumentarne il prestigio”, sostiene Elena Calogero, esponente 5 Stelle.

Il parco urbano in questione, in effetti, è un bosco didattico di 1.250 metri quadrati che si estende davanti ad un vero e proprio quartiere di villette a schiera di pregio, progettate dall’archistar elvetica Mario Botta, che rischiava di rimanere incompleto, ma che il patron del Monza, che ha sempre avuto un fiuto per gli affari immobiliari, aveva rilevato e ultimato mediante la società Brianza Due, di cui era socio, impreziosendolo poi con il pregevole giardino.

Berlusconi, in cambio del bosco urbano, quando era in vita, aveva chiesto che il parco, che si estende tra l’ottocentesca Villa Cornaggia, in cui svettano una sequoia da record e altre piante monumentali, la storica Cascina Vedù completamente rimessa a nuovo e il capolavoro di Villa Subaglio che è una dimora nobiliare costruita nel 1.700, venisse intitolato non a lui, ma a Rosa Bossi, la madre, mancata il 3 febbraio 2008 a 97 anni. Nonostante il sindaco e gli assessori fossero della sua stessa area politica, l’ex premier non era stato però accontentato. E ora sfuma definitivamente pure l’ipotesi di un omaggio, postumo, direttamente a lui, che di Merate si era innamorato, tanto da sceglierla per il suo nuovo, ultimo progetto immobiliare.