Lecco – All’indomani del raduno di Pontida, una tegola piomba sulla Lega: Roberto Castelli, storico dirigente del Carroccio ed ex ministro, lascia il partito. Lo dice a Repubblica, in un’intervista, lo conferma alle agenzie: non rinnoverà la tessera della Lega-Salvini premier nel 2024. "Sì, ormai ho deciso", conferma, anticipando per telefono all’Agi che intende organizzare una conferenza stampa per spiegare le motivazioni del suo allontanamento dal movimento. La decisione appare recente, dal momento che l'ex titolare della Giustizia ha rinnovato la tessera da militante della Lega quest'estate, prima della scadenza del tesseramento 2023. La moglie, Sara Fumagalli, era presente ieri al raduno di Pontida ad animare il gazebo dell'associazione Umanitaria padana che promuove attività di sostegno alle popolazioni in difficoltà sotto lo slogan 'Aiutiamoli a casa loro'. E anche Castelli è stato visto, in bicicletta, ai margini del raduno a fare foto e chiacchierare con i militanti. Da circa due anni, però, l'ex ministro ha dato vita in Lombardia a una associazione culturale, 'Autonomia e libertà', che rispolvera i vecchi ideali 'nordisti' della Lega delle origini. L'associazione ha organizzato incontri e raduni nei luoghi simbolo dell'era bossiana della Lega.
“Questa dirigenza ha tradito il Nord”
Il lecchese Castelli ha da tempo posizioni differenti da quelle dell'attuale segretario Matteo Salvini. «Sono sicuro della scelta – ha confermato all’Ansa – che è maturata da moltissimo tempo. Non è stato un colpo di testa, il colpo di testa è stato dirlo ieri a Pontida”. E in merito alla partecipazione al raduno del popolo leghista, nel corso dell'intervista a La Repubblica ha spiegato: “Rimango al di qua delle transenne mica per caso, questa non è più la mia Pontida”. "La tessera di questa Lega ce l'ho ancora ma ho deciso, è l'ultima che faccio, l'anno prossimo la restituisco. Questa dirigenza ha definitivamente tradito il Nord, questa è un'altra Lega, non è il nostro partito e non è più la Pontida che abbiamo vissuto negli anni. C'è un'incoerenza profondissima tra il significato storico e politico con cui è nato questo raduno, e lo spirito con cui ormai si celebra da qualche tempo. La Lega Salvini premier si raduna qui legittimamente, ovviamente, ci mancherebbe, ma è altra cosa, altri presupposti politici. Mi sento lontanissimo da tutto. Mettiamola così, quantomeno non sarò complice del tradimento del Nord. La dirigenza del partito ha fatto un'inversione a 180 gradi, ha abbandonato il programma federalista e autonomista, è passato dal verde al blu, dal 'Prima il Nord' a 'Prima gli Italiani".
Castelli, nella Lega dal 1985
Nella Lega Nord, anzi, nella Lega lombarda Castelli è entrato nel 1985 e poi ha cominciato una carriera politica dal basso come capogruppo in consiglio comunale a Como, segretario del Carroccio di Lecco. Nel 1992 è diventato deputato e poi senatore. Dal 2001 al 2006 è ministro della Giustizia di due governi Berlusconi e poi viceministro alle infrastrutture dal 2009 al 2011. Dal 2013 non siede più in parlamento. Non sono mancate in questi anni le critiche di Castelli a Salvini che “non fa nulla per il Nord” e il suo disappunto per il passaggio dalla Lega Nord a un progetto nazionale di Lega. E allo stesso modo, non è mai mancato il suo sostegno nei confronti del fondatore del Carroccio Umberto Bossi.
Le reazioni
"Mi dispiace molto: è una grande perdita perché è stato un grande leghista e una persona alla quale sono legato. Uno dei migliori ministri della giustizia che ha avuto questo Paese". Lo ha detto il presidente di Regione Lombardia Attilio Fontana a margine di un evento a Palazzo Lombardia in merito alla decisione dell'ex ministro Roberto Castelli. "Mi dispiace molto, grande perdita. È stato un grande leghista, una persona alla quale sono legato, di grande preparazione. Uno dei migliori ministri della giustizia che ha avuto questo Paese".