MORBEGNO (Sondrio)
La Pezzini Morbegno regge bene per tre quarti poi cede nettamente al Mandello nella 1ª giornata del campionato.. Scesa in campo senza due giocatori chiave, un centro e una guardia play di spessore che potrebbero presto aggregarsi alla rosa, e con una compagine assai giovane, la formazione morbegnese non ha affatto demeritato, guidando l’incontro per lunghi tratti e rimanendo in partita fino a pochi minuti dalla fine. Poi la panchina assai corta ha fatto la differenza e Mandello nel finale ha preso il largo vincendo il match con un rotondo 82-62.
"Sapevamo alla vigilia – dice coach Christian Ronconi – che a Mandello sarebbe stata una sfida dura. E in effetti lo è stata… parecchio. Noi abbiamo retto bene per 30’, esattamente fino al 54-52 per Mandello, poi nel finale per una serie di concause abbiamo mollato la presa e i nostri avversari hanno chiuso sopra di 20. Siamo partiti benissimo (18-4), riuscendo addirittura ad avere un vantaggio in doppia cifra. I nostri avversari hanno recuperato e si sono portati sopra di 8 a metà del 2° quarto, grazie soprattutto ad una serie infinita di triple. Ma siamo stati bravi, abbiamo “digerito“ pian piano la loro zona e siamo rientrati in pieno in partita. Il 3° quarto è terminato con canestri da una parte e dall’altra e il punteggio è rimasto in bilico… ma si vedeva che eravamo stanchi. Siamo scesi in campo con 10 uomini, con 3 giovanissimi che ringrazio per essere venuti ma che in settimana non si erano allenati con noi. Sul 54-52 loro hanno piazzato un parziale di 7-2, a 7’ dalla fine. E nell’azione successiva siamo passati da un potenziale gioco da 3 punti (con un mezzo fallo su Del Barba non rilevato) a meno 9. Lì è finita, non siamo più riusciti a reagire, abbiamo fatto fatica e loro ne hanno approfittato. Faccio i complimenti a Mandello per le grandi percentuali al tiro e per la vittoria. Noi dobbiamo migliorare in alcune situazioni, per 30’ abbiamo giocato bene. Sabato scenderemo in campo a Varedo dove spero di poter avere uno o due giocatori in fase di tesseramento e avere così a disposizione una panchina “più lunga“". Fulvio D’Eri