Bernate Ticino, 16 maggio 2013 – Due persone sono state uccise con una decina di colpi di arma da fuoco a Casate, frazione di Bernate Ticino. Le vittime sono Rocco Brattalotta, 47 anni, e il figlio Salvatore, 22. Abitavano a Turbigo e lavoravano nell’edilizia, nel ferro. Il duplice omicidio si è verificato poco dopo le 6.10 al bar Bottazzi, in via Milano, la strada che porta a Cuggiono, non lontano dalla farmacia della frazione. Padre e figlio stavano aspettando il solito caffè in piedi, prima di recarsi al lavoro, quando sono stati freddati da Davide Spadari, 36 anni, un loro dipendente di Buscate. Le vittime hanno parcheggiato l’auto davanti all’ingresso del bar, una Opel grigia. Si sono avvicinati al bancone in attesa del caffè che non hanno mai bevuto. Non appena uno dei due titolari del locale, Oscar Bottazzi, si è voltato per preparare la colazione, l’omicida è entrato e ha sparato al torace e alla testa. L’esecuzione si è consumata in pochi minuti, con una pistola, una calibro 7.65 che Spadari avrebbe estratto da uno zainetto.

Nel bar c’era anche il papà del titolare del bar, Ulisse, 78 anni: “Mio figlio ha messo i piattini sul bancone e lo zucchero, ma non ha fatto in tempo a portare i due caffè”, racconta il testimone che ha visto la scena. “Erano le 6.10. Un minuto dopo è arrivato il delinquente. Ha iniziato a sparare, tanti colpi. In 30 anni mai vista una cosa simile. Ho avuto paura, perché non capivo dove andavano i proiettili. Sono uscito dal retrobottega e sono rientrato solo dopo la sparatoria. L’omicida beveva sempre il caffè con i signori a cui ha sparato. Anche ieri mattina erano insieme”.

Il dipendente è uscito dal bar e ha iniziato a camminare. I carabinieri della Compagnia di Abbiategrasso l’hanno fermato in stato confusionale e l’hanno accompagnato nella caserma. L’uomo non ha opposto resistenza. Interrogato dai militari si è costituito e ha rivelato diverbi lavorativi. Secondo le prime informazioni, ieri l’omicida sarebbe stato invitato a non recarsi neppure al lavoro oggi. “Non sopportavo più i loro atteggiamenti”, avrebbe confessato il 36enne di Buscate, senza precedenti penali alle spalle, che poco dopo le 13 ha lasciato Abbiategrasso.

Le vittime sono clienti abituali del bar Bottazzi. Tutti i giorni si fermavano alla stessa ora, prima di proseguire verso Milano dove stavano lavorando in alcuni cantieri. Caffè, sigarette e una ricarica del telefono cellulare, quando serviva. Viviana Bottazzi, sorella di Oscar, il barista in servizio ieri mattina, stava dormendo. “Ho sentito tanti spari e mi sono svegliata”, ha raccontato una delle due titolari. “Non conoscevo i nomi delle due vittime, ma sapevo che erano di Turbigo. Erano due grandi lavoratori”.

di Luca Balzarotti