Magenta (Milano) – Parco del Ticino e agricoltura, da 50 anni un rapporto che è andato sempre più consolidandosi, superando anche le incomprensioni, e che oggi guarda con attenzione a quelle che sono le nuove esigenze e le nuove opportunità di sviluppo. Se ne è parlato al convegno che si è svolto a Morimondo, organizzato proprio in occasione dei primi 50 anni del Parco. "Abbiamo un patrimonio di biodiversità senza eguali: nel Parco sono presenti 1.250 aziende agricole, un numero rilevante che crea una sinergia importante. Gli agricoltori sono un presidio centrale in un’area come la nostra, dove si producono beni di qualità primaria. L’agricoltura garantisce lo sviluppo socioeconomico, specie se è sostenibile e rispetta la peculiarità ambientale di un’area protetta come quella in cui viviamo", ha sottolineato la presidente Cristina Chiappa.
"Il dialogo è sempre lo strumento migliore per cercare di evidenziare i benefici che il Parco rappresenta per il mondo agricolo e per smussare qualche rigidità – ha aggiunto Silvia Bernini consigliere del Parco del Ticino con delega all’Agricoltura –. Le aziende agricole che operano in un’area protetta sono tenute a rispettare le sue norme e ad interfacciarsi con l’Ente Parco in caso di richiesta di autorizzazioni. Ritengo che il rapporto con il Parco non debba essere visto solo come un vincolo ma come un’opportunità di crescita e di sviluppo verso un’agricoltura più sostenibile volta a collaborazioni che valorizzano sempre il legame tra agricoltura e ambiente". Il turismo è uno dei nuovi ambiti in cui il mondo agricolo può essere protagonista. "L’agricoltura significa anche turismo rurale, vendita diretta, filiera corta, il nostro Consorzio produttori. Sono tutti elementi incentivanti per una vera attività di qualità che qui al Parco si può realizzare. Gli operatori agricoli sono autentici depositari di una grande sapienza" ha chiosato Bernini.
Il Parco è anche impegnato nella conservazione del paesaggio storico come motore di sviluppo di un sistema agricolo contemporaneo. "Lavoriamo da oltre 40 anni nel recupero, nella tutela e valorizzazione dei caratteri storici dei paesaggi agrari quale risorsa culturale ed economica per la costruzione, il mantenimento e lo sviluppo di paesaggi sostenibili. Paesaggi, quelli dei prati stabili e delle marcite, che hanno un valore storico ed identitario eccezionali ma che portano con sé valori contemporanei, quali esempi perfetti di sostenibilità”, ha ribadito il consigliere Paolo Signorelli, che nei giorni scorsi ha portato l’esperienza del Parco del Ticino ad un convegno nazionale in cui si è parlato delle sfide della transizione ecologica in rapporto ai paesaggi tradizionali.