SILVIA VIGNATI
Cronaca

Aids, sfida ancora da vincere: "Troppe diagnosi in ritardo la guardia non va abbassata"

Il direttore della Struttura complessa di malattie infettive: dobbiamo fare carte false per intercettare le persone sieropositive, i pregiudizi frenano ancora la prevenzione .

Aids, sfida ancora da vincere: "Troppe diagnosi in ritardo la guardia non va abbassata"

L’esortazione è netta: "Non abbassare la guardia". Arriva dal professor Stefano Rusconi, Direttore della Struttura Complessa di Malattie Infettive dell’Ospedale di Legnano e docente alla Statale di Milano, nella Giornata mondiale per la lotta all’Aids: della malattia si parla sempre meno, lo stigma rimane alto, soltanto il 34% sa che l’Aids è lo stadio terminale dell’infezione da Hiv. "Dobbiamo fare carte false per intercettare le persone sieropositive, perché iniziare a trattare quanto prima i pazienti con la terapia antiretrovirale è fondamentale sia da un punto di vista clinico, sia da un punto di vista di qualità della vita - riprende il clinico -. Noi dobbiamo proporre il test HIV senza farci cogliere da pregiudizi, anzi: i pregiudizi vanno abbattuti. Quando giungono a noi persone con quadri clinici già fortemente compromessi, ci troviamo di fronte a opportunità perse, occasioni di prevenzione mancate. Non dobbiamo arrivare alla diagnosi tardiva. Il 58,1% è purtroppo la percentuale delle persone che scoprono l’infezione in fase avanzata".

La Giornata della lotta all’Aids cade a ridosso di una presentazione fatta solo qualche giorno fa, nel presidio legnanese, di un notevole progetto che sarà pienamente operativo in gennaio: "WomanIST (WIST)", vincitore di un finanziamento di 35mila euro del Bando Fellowship Program di Gilead Sciences (edizione 2023). Ha come obiettivo la creazione di un ambulatorio dedicato alle donne, per la diagnosi e la cura delle infezioni sessualmente trasmissibili e assume particolare importanza per le donne che desiderano intraprendere un percorso di ricerca di una gravidanza, in quanto permetterà di individuare e trattare eventuali infezioni prima che possano compromettere la salute della madre e del feto. è il primo ambulatorio che nasce sul territorio della provincia. Artefici della proposta lo stesso Professor Rusconi affiancato dal dottor Dario Bernacchia (nella foto), dirigente medico in forza nel reparto al quarto piano dell’area A. "Scopo dell’ambulatorio è fornire un’attenzione esclusiva alle donne attraverso un counseling mirato e multidisciplinare. l’équipe di Malattie infettive lavorerà in stretta sinergia con la Microbiologia e la Ginecologia. Le donne riceveranno cure non solo cliniche ma anche psicologiche".