Autonomia, rebus scuola: "Si rischia lo spezzatino"

A Legnano dagli attuali quattro istituti comprensivi si potrebbe scendere a tre. Frisone (Cgil): il servizio pubblico così è destinato a cedere spazio ai privati.

Autonomia, rebus scuola: "Si rischia lo spezzatino"

Autonomia, rebus scuola: "Si rischia lo spezzatino"

Il 19 giugno l’Autonomia differenziata è diventata legge dello Stato. Per Pippo Frisone, sindacalista Cgil Scuola, gli scenari futuri potrebbero essere complessi. "L’esempio della regionalizzazione della sanità non è un bel precedente per l’istruzione", esordisce. Perché? "L’aumento del divario Nord-Sud nella sanità potrebbe ripetersi anche nella scuola. Divario che esiste già sul piano della preparazione e che le prove Invalsi e Pisa attestano di anno in anno. Divario anche sul piano delle strutture a partire dagli asili nido, delle risorse, in una deriva inarrestabile che l’accomunerebbe alla sanità, verso lo smantellamento del servizio pubblico con la privatizzazione di scuole e università".

Con che effetti sulla nostra realtà locale?

"A Legnano potremmo avere le prime sorprese sul dimensionamento, invece degli attuali 4 Istituti comprensivi, rivedendo gli attuali parametri e le attuali deroghe, si potrebbe passare a 3, con una rivisitazione dei cicli che lascerebbe largo spazio alle scuole private nella gestione dello 0-6 anni, dagli asili nido alle scuole dell’infanzia. Si potrebbero chiudere o aprire nuovi indirizzi di studio, al Dell’Acqua o al Bernocchi, legandoli ancor più alle esigenze del territorio, in un rapporto già presente ma ancor più stretto col fabbisogno delle aziende. Si potrebbero modificare i parametri sulla formazione delle classi e sull’inserimento degli alunni disabili e degli stranieri, ripristinando le classi differenziali; l’autonomia degli istituti potrebbe essere spinta fino alla chiamata diretta del personale precario e di ruolo, con bandi, concorsi e graduatorie proprie".

Qual è il rischio?

"Una scuola-spezzatino regionale, con 20 sistemi scolastici diversi, sarebbe l’ultima spallata a quel che rimane di unità nazionale e coesione sociale che nel bene e nel male, la scuola della Repubblica ha saputo interpretare e garantire in questi ultimi 80 anni, aiutando la crescita, lo sviluppo civile e democratico del nostro Paese. L’allarme che arriva dal mondo della scuola va preso sul serio, è unanime". Silvia Vignati