PAOLO MATTELLI
Cronaca

Busto Garolfo, funzionario comunale sbaglia a scrivere la data della morte: spariscono in un attimo 5 mesi di pensione

La topica del municipio sta costando 8mila euro agli eredi di un 85enne scomparso lo scorso dicembre. Un’odissea dal sapore kafkiano con i classici rimbalzi di responsabilità tra Inps e banca

Il disguido burocratico sta costando alla famiglia di Busto Garolfo almeno 8mila euro

Il disguido burocratico sta costando alla famiglia di Busto Garolfo almeno 8mila euro

Busto Garolfo, 20 agosto 2024 – La svista di un impiegato del comune di Busto Garolfo sta costando agli eredi di Giuseppe Gervi oltre 8mila euro. La vicenda ha dell’incredibile ma è tutta documentata nelle carte che la sorella Carla Gervi descrive con un pizzico di rabbia. Ma andiamo con ordine.

Lo scorso 8 dicembre all’età di 85 anni viene a mancare Giuseppe Gervi, non sposato e da anni residente insieme alla sorella e al marito di lei. Essendo festivo la comunicazione viene fatta il giorno successivo con rilascio del certificato di morte.

“E qui mi sono accorta – spiega la sorella Carla – che sul certificato era indicata come data del decesso 8 luglio 2023 quindi cinque mesi prima. Io ho subito informato dell’errore chi di dovere ma ormai gli uffici comunali erano chiusi e mi hanno detto che il lunedì successivo avrebbero fatto la rettifica”.

Un controllo in internet sul conto-corrente fatto dalla signora Carla per caso domenica 10 dicembre ha rivelato la brutta notizia.

“Sul conto di mio fratello l’Inps aveva già prelevato la pensione, la tredicesima e il rimborso IRPEF per un totale di 8.462,64 euro in quanto ricalcolato sulla data del decesso errata del 8 luglio”. Quella che poteva sembrare una semplice svista sanabile in pochi istanti si è rivelata invece un’odissea che continua ancora oggi.

L’Inps, contattato dalla donna con tanto di lettera del Comune che ammetteva l’errore, asserisce che si sarebbe trattato di uno sbaglio della banca.

“Visto l’importo – prosegue Carla Gervi – non volevo assolutamente darmi per vinta così mi sono recata all’Inps di zona che mi conferma l’invio del denaro che però non è andato a buon fine in quanto respinto dalla banca. Allora apro una nuova pratica che viene chiusa con un nulla di fatto in quanto il prodotto non risulta compatibile”.

In tutto questo giro di pratiche rientra per errore anche il marito della signora Carla che risulta aver inoltrato domande per rimborsi mai richiesti. Insomma, un ginepraio dal quale la famiglia Gervi non riesce ad uscire nemmeno con il supporto dell’ex sindaco di Busto Garolfo Susanna Biondi. “Continuano a rimbalzarci dagli uffici Inps al Comune e viceversa per un errore che non abbiamo commesso noi ma un dipendente del comune stesso. Non so più cosa fare per riavere indietro i soldi che ci spettano”.

All’eccesso di zelo dei funzionari della previdenza nazionale che in un battibaleno hanno provveduto a prelevare dal conto del signor Giuseppe la cifra ricalcolata su un dato errato, non è purtroppo seguito un altrettanto celere rimborso con tante scuse per l’odissea che da mesi la famiglia sta vivendo. “Speriamo che qualcosa si muova in autunno – conclude la signora Carla – senza dover passare per costose vie legali a causa di un errore non nostro”.