CHRISTIAN SORMANI
Cronaca

Canegrate, sospesi i due dipendenti del Comune, accusati dalla Procura di essere “furbetti del cartellino”

“Possibile danno di immagine per il municipio e grave comportamento contro la pubblica amministrazione”, tra le motivazioni del provvedimento che vedono anche la riduzione del 50% dello stipendio. Nei guai anche l'ex sindaco di Nerviano Enrico Cozzi

Enrico Cozzi, ex sindaco di Nerviano

L'ex sindaco di Nerviano Enrico Cozzi è sotto indagine

Canegrate (Milano), 18 ottobre 2024 – Sono stati sospesi dal lavoro i due dipendenti comunali che sono sotto indagine da parte della procura di Busto Arsizio. La decisione della Giunta comunale, guidata dal sindaco Matteo Modica, è stata adottata in seguito all’inchiesta che vede la coppia di sotto la lente di ingrandimento per “fatti penalmente rilevanti che che potrebbero essere stati commessi contro la pubblica amministrazione”.

Chi sono gli indagati

Ormai è noto che uno degli indagati è Enrico Cozzi, l’ex sindaco di Nerviano e coordinatore di zona del Partito Democratico, da tempo dipendente del comune di Canegrate come responsabile di area con un contratto a tempo determinato. L’altro dipendente è un amministrativo assunto dal municipio a tempo indeterminato senza responsabilità organizzative. Per entrambi l’accusa dovrebbe essere quella di falsa attestazione della presenza in servizio, attraverso l’alterazione dei sistemi di rilevamento della presenza o con altre modalità fraudolente. Tradotto: avrebbero “timbrato” il cartellino in ufficio quando invece non erano al lavoro.

Raccolti i dati delle presenze dagli inquirenti

Secondo alcune ipotesi, ancora da accertare, i due indagati si sarebbero scambiati i rispettivi badge per alterare ingressi e uscite dal lavoro a seconda delle proprie necessità. Per questo motivo, gli investigatori stanno analizzando elementi utili alle indagini, come i dati di registrazione degli ingressi attraverso i badge, le buste paga mensili e i dati consegnati al Ced per l’elaborazione delle presenze e delle ore di lavoro. Nel palazzo comunale, nei giorni scorsi, era infatti stato notificato un ordine di esibizione di atti e documenti da parte della procura della Repubblica di Busto Arsizio con la richiesta di tutta questa documentazione.

Le motivazioni dello stop dal servizio

Ora, in seguito alla sospensione, i due lavoratori riceveranno metà dello stipendio, in attesa degli sviluppi del procedimento penale. La delibera approvata dalla Giunta sottolinea che la misura cautelativa è stata adottata per proteggere l’immagine del Comune. “I fatti contestati – si legge nella delibera – in sede penale e disciplinare ai due dipendenti appaiono particolarmente gravi e, se confermati, porterebbero alla sanzione disciplinare più grave fra quelle previste dall’ordinamento”. Inoltre, “il mantenimento in servizio, in attesa della definizione dei procedimenti disciplinare e penale, comporterebbe un grave danno d’immagine all’ente”.