IVAN ALBARELLI
Cronaca

Legnano, donna in carrozzina non può usare il treno

In stazione mancano i carrelli necessari per superare il dislivello tra banchina e carrozze

Il dislivello tra banchina e carrozza

Il dislivello tra banchina e carrozza

Legnano (Milano), 30 gennaio 2019 - «Vorrei provare l’ebbrezza di prendere il treno una volta nella mia vita, così per vedere cosa si prova...». È un sogno semplice, quasi commovente quello di Barbara Monici, 44enne legnanese. La giovane donna è su una sedia a rotelle, lavora per un’azienda di Milano e per raggiungere gli uffici che si trovano nella periferia sud del capoluogo è sempre stata costretta a chiedere al marito di accompagnarla in auto. Fino a questa settimana.  «Già, perché ieri mi sono stufata – racconta –. Mi sono resa conto che è un mio diritto potermi spostare in treno, e visto che la stazione di Legnano è per fortuna accessibile alle carrozzine ho pensato che era giunto il momento di andare a Milano con i mezzi pubblici e sollevare mio marito da questa incombenza». A bloccare sul nascere le buone intenzioni di Barbara ci pensa però Rete ferroviaria italiana. 

Quando la donna chiama il numero verde di Rfi per avvisare che ha bisogno di trovare il personale presente in stazione il giorno della partenza («i diversamente abili devono avvisare 48 ore prima del giorno prefissato in cui intendono usare il treno...») è arrivata l’amara sorpresa: «A Legnano non ci sono più i carrelli che permettono ai portatori d’handicap di superare il dislivello fra banchina e convoglio – mi hanno risposto –. O meglio, c’erano. Il funzionario mi ha spiegato che li avevano messi, ma poi li hanno tolti perché erano continuamente oggetto di vandalismi. Quindi io mi vedo negare un mio diritto, come cittadina, per colpa dei vandali e soprattutto perché le Ferrovie non sono in grado di garantire la presenza di due carrelli, uno per direzione, e soprattutto di metterli al sicuro di notte dai vandali».  Dal funzionario all’altro capo del telefono arrivano altre due risposte che hanno lasciato Barbara esterrefatta: «Prima mi ha invitato ad andare a prendere il treno a Busto Arsizio! E poi mi ha suggerito di appoggiarmi a un’associazione di disabili, o al Comune, per ottenere i carrelli. Come dire che, se avanzassi da sola questa richiesta, rischierei di rimanere delusa. Tutto ciò è degno di un Paese civile? C’è un regolamento di Trenitalia che garantisce l’accesso ai treni a tutti, ci sono delle leggi europee, che qui vengono disattese e a pagarne le conseguenze sono io».