CHRISTIAN SORMANI
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Cronaca

Castano Primo, arriva il via libera del Consiglio di Stato alla moschea

Il Comune sarà tenuto a coprire tutte le spese legali sostenute, che ammontano a circa 60mila euro

Musulmani riuniti per la fine del Ramadan

Musulmani riuniti per la fine del Ramadan

Castano Primo (Milano), 7 aprile 2025  – Il Consiglio di Stato ha accolto il ricorso dell’associazione Madni, aprendo così alla possibilità concreta di realizzare un centro culturale islamico in via Friuli. La sentenza rappresenta un passaggio decisivo in una lunga vicenda giudiziaria, destinato a incidere profondamente sia sul piano amministrativo che politico. La pronuncia mette un punto fermo sulla legittimità del permesso di costruire rilasciato nel 2014, durante l’amministrazione Pignatiello, e obbliga l’attuale giunta di centrodestra ad avviare un confronto con i promotori del progetto per darne attuazione. Il Comune, inoltre, sarà tenuto a coprire tutte le spese legali sostenute, che ammontano a circa 60.000 euro.

Dopo la prima sentenza del Tar Lombardia nel 2021 favorevole alla Madni, l’amministrazione aveva scelto la strada dell’appello, confidando in un ribaltamento. Ma i giudici della Sezione Terza del Consiglio di Stato, presieduta da Fabio Franconiero, hanno confermato in pieno la decisione di primo grado. Respinta anche la richiesta congiunta delle parti di un rinvio per consentire la prosecuzione di un confronto su eventuali modifiche urbanistiche: secondo il Consiglio di Stato, quella proposta era troppo vaga e priva di contenuti concreti. Anzi, è stato evidenziato come le parti, fino a pochi giorni prima dell’udienza, continuassero a sostenere con forza le rispettive ragioni. La controversia – hanno aggiunto i giudici – non rientrava nemmeno in una sfera di valutazione politica o discrezionale, bensì riguardava la legittimità di un atto amministrativo già perfezionato.

La decisione è stata accolta con forte disappunto dalla giunta guidata da Roberto Colombo, che ha criticato duramente l’eredità ricevuta. «Chi oggi si permette di giudicare il nostro lavoro dopo appena nove mesi dovrebbe riflettere su dieci anni di gestione passata – ha dichiarato l’amministrazione – in cui sono state compromesse risorse e prospettive per il territorio. Il risultato di quella gestione è oggi un luogo di culto che nascerà tra mille polemiche e un conto salato di oltre 60.000 euro sulle spalle dei cittadini. E tutto ciò dopo anni passati ad attaccare le opposizioni, che fin da subito avevano espresso perplessità su quell’operazione urbanistica».

L’esecutivo non ha nascosto che quella del centro islamico è solo una delle numerose situazioni complesse lasciate in eredità. Tra queste, citano l’arbitrato negativo con il Consorzio dei Navigli – che comporterà un esborso di circa 450.000 euro – l’incremento della rata del project financing sul centro sportivo (altri 600.000 euro) e le spese di progettazione di un finanziamento regionale mai realmente ottenibile, costate ulteriori 50.000 euro. «Il nostro compito – conclude la giunta – non è solo governare, ma anche rimediare agli errori del passato. E lo stiamo facendo con il massimo impegno e nella massima trasparenza».