Cerro Maggiore (Milano), 16 marzo 2015 - Sostanze tossiche e scarsa trasparenza nei lavori: la Cava Borromeo finisce sul tavolo di discussione del Pirellone. La consigliera Regionale legnanese Carolina Toia, ha protocollato un documento in Regione per fare chiarezza su quanto avviene all'interno della cava al confine fra Uboldo e Cerro Maggiore, in località Regusella, dove la provincia di Milano con delibera 226 del 2010, ha approvato e autorizzato la realizzazione di una discarica per lo smaltimento di rifiuti inerti.
Una storia singolare quella della ex cava Borromeo dove anni fa sono state scoperti tonnellate di rifiuti contenti solventi, sostanze tossiche e nocive smaltite nel sito in maniera illegale. "All'epoca dai rilievi Arpa del 2010 presso i pozzi 2 e 3 sono stati riscontrati superamenti dei valori limite in particolare da parte del bisfenolo. Sappiamo poi che il gestore della discarica autorizzata, ha provveduto a rimuovere i rifiuti illecitamente abbandonati da terzi tramite la loro asportazione - spiega la Toia -. Oggi però vi è il sospetto che tra i rifiuti inerti e i rifiuti smaltiti a norma di legge vi siano anche le terre e rocce da scavo derivanti dall'area tra via Parabiago, via Castellanza e via Botta di Milano, sede dei cantieri delle vie d'acqua di Expo. Tali zone sono adiacenti alla zona My Bonola, recentemente saltata agli onori della cronaca per la scoperta di fibre di amianto disperse nel sottosuolo".
A tal proposito è già stata depositata un’interrogazione comunale in Zona 8 a Milano e una denuncia presso il Corpo Forestale dello Stato. Lo scorso 10 febbraio la società Enki ha asserito di non aver smaltito materiale proveniente da tali zone e di non smaltire materiale contenente amianto in quanto non autorizzata. Oggi la regione vuole vederci chiaro.
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