REDAZIONE LEGNANO

Palio di Legnano, cavallo morto: animalisti scatenati

La Lav: "Aprire un’inchiesta". E il tracciato usato finisce sotto accusa

Una corsa del Palio di Legnano

Una corsa del Palio di Legnano

Legnano, 10 aprile 2018 - Un cavallo soppresso, due fantini feriti, una polemica già ferocissima e la richiesta, da parte della Lega antivivisezione di aprire un’inchiesta per «accertare eventuali responsabilità». Il tutto dopo la morte di un cavallo avvenuta per le ferite riportate in una caduta durante le corse che preparano al rinomato Palio di Legnano. L’episodio, che riapre il dibattito sull’utilizzo di animali nelle manifestazioni pubbliche, si è consumato sabato al centro ippico La Stella dove si svolgono le corse a pelo considerate una prova generale per la manifestazione che anima la città l’ultima settimana di maggio.

«La vita di questo cavallo pesa sulle coscienze di tutti: sulle amministrazioni comunali che continuano a far svolgere queste manifestazioni, sui fantini che partecipano per i premi in denaro, e su un pubblico che non è assolutamente dalla parte dei cavalli e che andrà a vedere il Palio di Legnano, che in passato ha già visto abbattere e morire il cavallo Balosso, senza rendersi conto di quello che c’è dietro queste manifestazioni», scrive la Lav di Rho. Sabato dopo una rovinosa caduta due fantini, Dino Pes e Gavino Sanna, sono stati trasportati in ospedale con traumi a una gamba e alla cassa toracica, ma ad avere la peggio è stato uno dei cavalli coinvolti nella carambola, sulla cui sorte sono mancate informazioni certe da parte degli organizzatori. Poi, dopo giorni, è finalmente arrivata la conferma: il cavallo dapprima è stato sedato e successivamente caricato su un’ambulanza apposita gli è stata praticata l’eutanasia.

«Questo cavallo è l’ennesima vittima di un mondo nel quale i cavalli non sono altro che uno strumento di lavoro, sacrificabili agli interessi umani, da usare finché producono reddito e assicurano alte prestazioni sportive», aggiunge invece il circolo Lav di Busto Arsizio. E dire che il Palio di Legnano è considerato il più sicuro d’Italia. E in effetti sulla pista dello stadio Giovanni Mari rispetto a otto anni fa le migliorie sono state nette e costanti tanto da aver fatto entrare la manifestazione legnanese fra le prime tre corse del genere più sicure della Penisola. Ma non le corse a pelo, tenute altrove.

Prima del 2010 il Palio si correva sul manto erboso dello stadio Mari: un tracciato pericoloso, sul quale più di una volta sono avvenuti incidenti anche dalle conseguenze molto gravi. Come avvenne nel 2008, quando il cavallo Balosso subì un infortunio agli arti e fu così abbattuto. Un episodio che sconvolse la città e che vide gli animalisti protagonisti di un blitz durante il quale alcuni attivisti cambiarono persino il nome della via dello stadio da Pisacane a Balosso. Un episodio del genere sulla pista del Mari non si è mai più rivisto, anche e soprattutto grazie alle misure di sicurezza adottate in seguito. Prima fra tutte quella di scegliere di far correre i cavalli su una pista in sabbia di silicio.