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Scempio al cimitero: fra i 16 arrestati anche un vigile di Cerro Maggiore

Decine di salme rimosse dalle tombe per far posto ad altre sepolture nel camposanto di Cittanova, in Calabria. Ai domiciliari Francesco Falleti

Al lavoro per rimuovere una salma e far posto ad altre

Cerro Maggiore (Milano) – La gestione del cimitero comunale di Cittanova, in provincia di Reggio Calabria, è finita al centro di un’indagine dei carabinieri che ha portato all’arresto di 16 persone, tra le province di Milano e Reggio Calabria, fra cui un agente in forze alla Polizia locale di Cerro Maggiore, Francesco Falleti, 61 anni originario di Taurianova, arrivato nella cittadina del Legnanese nel 2021.

L’operazione è stata condotta dai carabinieri del Gruppo di Gioia Tauro, che hanno dato esecuzione a un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip del Tribunale di Palmi, su richiesta della locale Procura. I militari hanno sequestrato un’area cimiteriale del comune di Cittanova e due imprese funebri. Sono oltre settanta gli indagati. L’indagine, denominata Aeternum, ha preso le mosse da una denuncia presentata ai carabinieri della stazione di Cittanova nel dicembre del 2018, quando un cittadino di quel Comune si era accorto che, all’interno del tumulo di un proprio caro estinto, era stata abusivamente inserita una seconda salma.

La successiva attività d’indagine ha così permesso di ipotizzare l’esistenza di un’associazione per delinquere finalizzata alla “gestione in esclusiva” degli affari cimiteriali del Comune. Ad essere ritenuti al vertice dell’associazione, quattro degli indagati, ossia l’ex custode del cimitero di Cittanova, oggi in pensione, e tre imprenditori locali, amministratori di due imprese di onoranze funebri. Secondo quanto sostenuto dagli inquirenti, i quattro, tutti sottoposti alla custodia cautelare in carcere, avrebbero creato e gestito un sistema di “gestione parallela” a quello dell’Ente locale. Sostituendosi a quest’ultimo, gli indagati avrebbero proceduto per anni ad estumulazioni non autorizzate, distruggendo o spostando in altri loculi le salme dei defunti, per far posto a nuove sepolture.

“Abbiamo una serie incredibile di ossa che sono messe insieme lì, ma non sappiamo di chi sono. È impossibile ricostruirlo". La frase del procuratore della Repubblica di Palmi Emanuele Crescenti rende bene l’idea dello scempio compiuto nel corso degli anni nel camposanto del paese del Reggino.