Dodici nuove postazioni pubbliche di defibrillazione nell’Alto milanese nel corso del 2024 e una posizionata all’interno del campo da rugby di via Arezzo a Legnano ma, soprattutto, ben quattro vite salvate grazie all’uso del Dae durante gli ultimi dodici mesi. Mirco Jurinovich, presidente di 60milavitedasalvare, l’associazione che da anni si batte per la diffusione della cultura dell’emergenza e della defibrillazione precoce, parte da questi numeri per il bilancio dell’attività promossa dal suo gruppo nel 2024 e ne approfitta per riaccendere i fari sui decreti attuativi, ancora mancanti, della legge “Disposizioni in materia di utilizzo dei defibrillatori semiautomatici e automatici” che ne regolano l’utilizzo.
"Nel 2024 sono stati inaugurate dodici postazioni di defibrillazione pubbliche, disponibili 24 ore al giorno - riepiloga Jurinovich -. Otto Dae sono stati attivati a Legnano: due donati dalla Contrada San Martino, una dall’azienda Primo Colombo, una dal ristorante La Conchiglia, una dalla famiglia Accorsi, una da Panathlon/Bcc e due da Emd 112, derivanti dal programma etico che regala un nuovo Dae per ogni salvataggio. L’ultimo defibrillatore legnanese è stato attivato in via Comasina nell’ambito dell’iniziativa “Riaccendiamo il nostro quartiere” grazie a un differente percorso, che si appoggia sulle donazioni dirette dei residenti. Gli altri apparecchi che hanno portato a dodici il totale dei nuovi Dae sono stati posizionati a Cerro Maggiore, Rescaldina, San Giorgio su Legnano e Canegrate".
L’attività dell’associazione ha trovato poi uno sbocco anche nelle frequenti iniziative di formazione: "Abbiamo anche organizzato, nei comuni dell’Alto Milanese, ben 61 corsi per l’utilizzo del defibrillatore ai quali hanno partecipato circa 1.500 persone. Sono stati poi formati circa 200 studenti del Liceo Galileo Galilei di Legnano nell’ambito del Progetto Vita Ragazzi - continua Jurinovich, che conclude poi con le “vite salvate” nel corso dell’anno -. Il dato più importante riguarda le quattro vite salvate nell’ultimo anno grazie all’utilizzo tempestivo del Dae. Rimane il rammarico per le occasioni nelle quali i defibrillatori sono rimasti chiusi nelle loro teche anche a causa della mancata applicazione delle norme nella legge 116/2021. La mancanza dei decreti attuativi ad anni di distanza dall’approvazione, infatti, impedisce che la legge abbia tutti gli effetti desiderati".