L’appuntamento è stamani, alle 9, in via Melzi 9 a Rescaldina. In campo, i carabinieri della Scientifica di Brescia in trasferta nel Legnanese per setacciare le abitazioni di Carol Maltesi, la 26enne italo-olandese lo scorso gennaio massacrata dal vicino, e di Davide Fontana, 42 anni, il killer, dall’alba di martedì in carcere per omicidio aggravato dalle sevizie, occultamento e distruzione di cadavere. Si continua infatti a indagare sul tragico caso della giovane mamma diva del porno con il nome di Charlotte Angie, ora trasferito per competenza territoriale alla Procura di Busto Arsizio. I militari in tuta bianca sottoporranno al luminol, il reagente che indica con una luminescenza possibili tracce ematiche, anzitutto l’appartamento di Carol, stando alla confessione del bancario e foodblogger il luogo in cui al culmine della ripresa video di un rapporto sessuale violento - lei legata a un palo della lap dance, un sacco nero in testa, e nastro adesivo sulla bocca - ha avuto un raptus. Per ‘paura di perderla’ - il movente dichiarato sarebbe passionale - l’ha presa a martellate, poi l’ha sgozzata.
Gli accertamenti si sposteranno quindi nell’abitazione di Fontana, che ha raccontato al gip Angela Corvi, e ancora prima al magistrato Lorena Ghibaudo, di avere conosciuto Carol nel 2020 da sposato, di essersi "follemente innamorato" tanto da avere lasciato la moglie per lei. La storia tra vittima e carnefice durò un mese, poi è proseguita come frequentazione libera. Carol aveva altri uomini, a Fontana invece, che insieme all’amica girava video hard per Onlyfans, bastava lei, ‘il mio tutto’. E quando Carol a inizio anno lo ha informato di voler lasciare Rescaldina per tornare a vivere a Verona, con il figlio di sei anni, e dividersi tra il Veneto e Praga, lui ha avuto uno ‘shock’: ‘Non poteva accettare che lo abbandonasse per seguire il suo destino’ recita l’ordinanza di convalida del fermo. Così mentre giravano quella scena hard di sottomissione concordata, ha trasformato la finzione in realtà. Credendola moribonda dopo le martellate, ‘non sapendo che altro fare le ho tagliato la gola.’ Chi indaga ora cerca un riscontro alle sue dichiarazioni con accertamenti su luoghi, tempi, circostanze, telefoni (si tenterà di recuperare sullo smartphone il video con l’aggressione, pare cancellato).
I carabinieri vogliono recuperare gli stracci e le spugne usati da Fontana per ripulire l’appartamento di Carol dal sangue, e poi, pare, riposti a casa sua. Verificheranno il momento dell’acquisto al Bricoman del seghetto e dell’accetta utilizzati per depezzare l’amica, e su Amazon del freezer a pozzetto in cui l’ha conservata fino al 20 marzo, per poi buttarla in un burrone a Borno. Non solo. Per il gip devono ancora "essere adeguatamente approfonditi alcuni aspetti della vicenda, anche e soprattutto in relazione all’eventuale coinvolgimenti di altri soggetti nella fase finale del complesso crimine".