CHRISTIAN SORMANI
Cronaca

Delitto Ravasio, gli scenari: "Richiesta prematura sulla giustizia riparativa"

Parabiago, il pm Caramore esprime dubbi sull’istanza dell’imputato Ferretti. Nessun consenso dagli avvocati di parte civile: "Percorso troppo complesso".

Lunedì al tribunale di Busto Arsizio si è aperto il processo sul caso Ravasio A sinistra il pm Ciro Vittorio Caramore

Lunedì al tribunale di Busto Arsizio si è aperto il processo sul caso Ravasio A sinistra il pm Ciro Vittorio Caramore

Il giudice del processo Ravasio è lo stesso di quello della vicenda di Carol Maltesi. Giuseppe Fazio aveva ammesso alla giustizia riparativa Davide Fontana, l’uomo che aveva ucciso Carol a martellate, poi l’aveva sgozzata e fatto a pezzi il cadavere, tenendolo in un congelatore a pozzetto acquistato online prima di gettare i resti della ragazza in un dirupo nel Bresciano. Fontana di fatto aveva rappresentato il caso pilota della giustizia riparativa in Italia. Si tratta di un istituto introdotto dalla riforma Cartabia, complementare al processo, basato sull’ascolto e sul riconoscimento degli errori con l’aiuto di un terzo imparziale chiamato “mediatore“ per risanare quel legame con la società spezzato dal delitto. Fra gli imputati del processo Ravasio, Massimo Ferretti, durante la prima udienza, ha depositato proprio a Fazio un’istanza di accesso alla giustizia riparativa.

Sulla richiesta la Corte d’Assise di Busto Arsizio si pronuncerà nelle prossime udienze. Pare si vada verso questa direzione nonostante la palese contrarietà del pubblico ministero Ciro Vittorio Caramore. "Il senso dell’istituto della giustizia riparativa è quello di cercare di dare un significato al dolore delle vittime. È un istituto pensato per le vittime, non è nel senso più assoluto un beneficio premiale per l’imputato. È un percorso complesso, che per avere senso deve avere una lunga preparazione e non può essere posto in essere in assenza di consenso delle vittime. Non credo che in questa fase sia ammissibile. Ritengo che sia decisamente prematuro". Dello stesso avviso gli avvocati delle parti civili, che hanno sottolineato come i loro assistiti non abbiano dato alcun nulla osta. "Comprendiamo le parole dell’imputato, ma ancora di più il dolore di due genitori che perdono un figlio perché viene ucciso. Sarà un percorso lungo, adesso è veramente prematuro". La giustizia riparativa si fonda sui principi di confidenzialità e volontarietà, garantendo non solo la libertà di intraprendere il percorso, ma anche di interromperlo in qualsiasi momento.

Si tratta di un cammino imprevedibile per tempi ed esito. L’efficacia dei mediatori, che operano in équipe, risiede nella capacità di un ascolto attivo ed empatico, per accompagnare le persone coinvolte verso la riconquista della propria autonomia e libertà, attraverso modalità e percorsi individuali.