
Don Marco Zappa, sacerdote che ha lasciato la parrocchia di Inveruno
Inveruno (Milano) – Don Marco Zappa ha lasciato la Comunità pastorale di Inveruno e Furato. Una decisione presa in accordo con l’arcivescovo dopo che il sacerdote, originario di Cantù, 51 anni, nei mesi scorsi gli aveva confidato problemi di coscienza legati ai suoi comportamenti (si vocifera della frequentazioni di siti internet per adulti). La notizia è stata data dal vicario episcopale della zona IV, monsignor Luca Raimondi, dapprima al Consiglio pastorale della Comunità e poi ai fedeli, intervenendo a tutte le messe che si sono svolte ad Inveruno e Furato in questo fine settimana.
“Da fine gennaio – ha spiegato monsignor Raimondi – c’è stato un momento di discernimento personale che ha portato don Marco alla decisione di interrompere il suo ministero di parroco”. A scanso di “equivoci e malevoli supposizioni”, ha continuato il vicario episcopale, “ribadisco che don Marco non ha commesso alcun reato penale, né ha violato norme canoniche. Non ha fatto del male a nessuno. Resterà comunque prete, anche se per un periodo non avrà alcun incarico pastorale”.
"Don Marco – ha aggiunto monsignor Raimondi – si è ritirato per un periodo di discernimento e di accompagnamento psicologico per poter tornare, da settembre, a dare la sua disponibilità a essere prete e a svolgere la sua missione sacerdotale, con una differente destinazione”.
“La vicenda di don Marco mi rattrista come vescovo e invito tutti a non alimentare il chiacchiericcio. Questo momento di fatica del nostro fratello va accompagnato con il silenzio e con la preghiera. Del resto – ha aggiunto il prelato rivolgendosi ai fedeli radunati in chiesa – se qui c’è qualcuno che nella sua vita non ha mai commesso un peccato o una mancanza alzi la mano e si faccia avanti”.
E a queste parole sono scattati degli applausi, spontanei, un sintomo di riconoscenza per quello che don Marco ha fatto nei cinque anni e mezzo in cui ha retto la comunità.
Nelle scorse settimane l’ex parroco aveva fatto trapelare su Facebook il proprio malessere: “Anche loro (i preti, ndr) sono uomini con le loro fragilità”.