REDAZIONE LEGNANO

Inveruno, don Marco Zappa dà le dimissioni: “Basta, non ce la faccio più”. Il ‘chiacchiericcio’ e il passo indietro: “Nessun reato"

La crisi di coscienza del parroco 50enne originario di Cantù: il prete era arrivato nel paese del Magentino nel 2019. L’annuncio di monsignor Raimondi: “Sta attraversando un momento di pesantezza e lo stiamo accompagnando con un supporto psicologico. Chi è senza peccato salga sull’altare che lo adoriamo”

Il vicario episcopale monsignor Luca Raimondi. Nel riquadro, don Marco Zappa

Il vicario episcopale monsignor Luca Raimondi. Nel riquadro, don Marco Zappa

Inveruno (Milano), 6 aprile 2025 – Una crisi di coscienza che lo attanagliava da tempo e che lo ha spinto alla fine a prendere una decisione su cui meditava da giorni: lasciare la parrocchia San Martino di Inveruno e prendersi, d’accordo con la Curia di Milano, un periodo di riflessione. Don Marco Zappa, 51 anni, venerdì ha comunicato ai suoi superiori, in primis a monsignor Luca Raimondi, vescovo ausiliare e vicario episcospale della zona pastorale di Rho sotto cui ricade Inveruno, la decisione di non poter più continuare la sua missione sacerdotale a Inveruno, dov’era arrivato nel settembre del 2019. Delle vere e proprie dimissioni, pur respinte.

Fulmine a ciel sereno

Una notizia che è arrivata sabato come un fulmine a ciel sereno nel paese di ottomila abitanti del Magentino, dove tuttavia da settimane – in una realtà piccola dove tutti si conoscono – in tanti erano a conoscenza del periodo di grande difficoltà che stava attraversando il prevosto 51enne originario di Cantù, nel Comasco. Ne era certamente a conoscenza da gennaio l’arcivescovo di Milano Mario Delpini, reso edotto di quanto stava capitando a don Zappa. Proprio con l’aiuto dell’Arcivescovado il parroco stava cercando una “soluzione” a questo momento di turbamento. Che venerdì ha portato a una prima decisione, quella della rinuncia a proseguire il cammino sacerdotale. 

L’annuncio dell’addio

Poi comunicata ufficialmente ai parrocchiani da monsignor Raimondi sabato alla messa delle 18 e poi ancora oggi domenica 6 aprile, alle funzioni religiose del mattino. “Don Marco non ha fatto male a nessuno”, è stato l’esordio di monsignor Raimondi che ha ufficializzato l’arrivo, a partire da domani lunedì 7 aprile, di un  nuovo parroco (pro tempore). “Da fine gennaio c'è stato un momento di discernimento personale che lo ha portato alla decisione di interrompere il suo ministero di parroco – ha continuato il vescovo –. Resterà comunque prete. Si è ritirato in maniera segreta ma non ha commesso alcun reato né ha violato norme  canoniche. Si tratta di una situazione personale di pesantezza nell'ufficio di parroco. Ora lui è a casa sua, affronterà un periodo di accompagnamento psicologico e da settembre tornerà a dare la sua disponibilità a essere prete ma in un'altra destinazione”.

Siti d’incontri 

Ma quali sarebbero i motivi che avrebbero determinato la profonda crisi personale e religiosa di don Zappa? “Non ce la faccio più”: è quanto ha detto, in un momento di confessione e sconforto, il sacerdote ai  suoi superiori. Si parla di siti d’incontri che il cinquantenne avrebbe frequentato con un profilo proprio. Nulla d’illegale, certo: portali come ce ne sono a decine nel Web, dove adulti liberi e consenzienti decidono di conoscersi. Scelte fatte nell’ambito della propria libertà personale e all’interno della sfera privata che sul lungo periodo hanno però portato il sacerdote a una crisi di coscienza e a interrogarsi sul senso della sua missione sacerdotale cominciata nel 2000.  

"Chiacchiericcio morboso”

Scenario, questo, che monsignor Raimondi ha bollato come chiacchiericcio. “Chiacchiericcio che può essere devastante e serve solo a soddisfare curiosità morbose”. “Chi è senza peccato salga sull’altare che lo adoriamo”, ha aggiunto. In un post pubblicato sul suo profilo Facebook, a fine gennaio, don Marco condivideva una serie di riflessioni sul suo essere sacerdote e allo stesso un uomo con le sue debolezze e fragilità: “Quando visiti un prete ricordati che un prete non è sposato, né avrà una famiglia propria. Niente moglie, niente figli. La sua famiglia sono i suoi parrocchiani. Il suo futuro è celebrare l’Eucaristia nella messa tutti i giorni, ascoltare confessioni, ungere i malati, servire coloro che si rivolgono a lui in cerca di aiuto”. Aggiungendo: “Anche loro sono uomini con le loro fragilità. Se senti qualcuno parlare male di un prete, correggilo e non partecipare a gossip senza conoscere i fatti. Ricorda che i preti sono soli e a volte avranno bisogno di compagnia. Attenzione ai loro bisogni emotivi, fisici e mentali...”. 

Don Felice Noè assumerà la conduzione della comunità religiosa inverunese fino a settembre
Don Felice Noè assumerà la conduzione della comunità religiosa inverunese fino a settembre

Chi arriva

Da domani i parrocchiani inverunesi avranno dunque un nuovo prevosto, almeno fino a settembre. Si tratta di don Felice Noè, classe 1946 e sacerdote dal 1971, per quasi 15 anni parroco di Parabiago. Arriva dalla vicina Buscate dove svolge attualmente degli “incarichi pastorali”. Quel che è certo è che a Inveruno don Marco non tornerà più.