
Il vicario episcopale monsignor Luca Raimondi. Nel riquadro, don Marco Zappa
Inveruno (Milano), 6 aprile 2025 – Una crisi di coscienza che lo attanagliava da tempo e che lo ha spinto alla fine a prendere una decisione su cui meditava da giorni: lasciare la parrocchia San Martino di Inveruno e prendersi, d’accordo con la Curia di Milano, un periodo di riflessione. Don Marco Zappa, 51 anni, venerdì ha comunicato ai suoi superiori, in primis a monsignor Luca Raimondi, vescovo ausiliare e vicario episcospale della zona pastorale di Rho sotto cui ricade Inveruno, la decisione di non poter più continuare la sua missione sacerdotale a Inveruno, dov’era arrivato nel settembre del 2019. Delle vere e proprie dimissioni, pur respinte.
Fulmine a ciel sereno
Una notizia che è arrivata sabato come un fulmine a ciel sereno nel paese di ottomila abitanti del Magentino, dove tuttavia da settimane – in una realtà piccola dove tutti si conoscono – in tanti erano a conoscenza del periodo di grande difficoltà che stava attraversando il prevosto 51enne originario di Cantù, nel Comasco. Ne era certamente a conoscenza da gennaio l’arcivescovo di Milano Mario Delpini, reso edotto di quanto stava capitando a don Zappa. Proprio con l’aiuto dell’Arcivescovado il parroco stava cercando una “soluzione” a questo momento di turbamento. Che venerdì ha portato a una prima decisione, quella della rinuncia a proseguire il cammino sacerdotale.
L’annuncio dell’addio
Poi comunicata ufficialmente ai parrocchiani da monsignor Raimondi sabato alla messa delle 18 e poi ancora oggi domenica 6 aprile, alle funzioni religiose del mattino. “Don Marco non ha fatto male a nessuno”, è stato l’esordio di monsignor Raimondi che ha ufficializzato l’arrivo, a partire da domani lunedì 7 aprile, di un nuovo parroco (pro tempore). “Da fine gennaio c'è stato un momento di discernimento personale che lo ha portato alla decisione di interrompere il suo ministero di parroco – ha continuato il vescovo –. Resterà comunque prete. Si è ritirato in maniera segreta ma non ha commesso alcun reato né ha violato norme canoniche. Si tratta di una situazione personale di pesantezza nell'ufficio di parroco. Ora lui è a casa sua, affronterà un periodo di accompagnamento psicologico e da settembre tornerà a dare la sua disponibilità a essere prete ma in un'altra destinazione”.
Siti d’incontri
Ma quali sarebbero i motivi che avrebbero determinato la profonda crisi personale e religiosa di don Zappa? “Non ce la faccio più”: è quanto ha detto, in un momento di confessione e sconforto, il sacerdote ai suoi superiori. Si parla di siti d’incontri che il cinquantenne avrebbe frequentato con un profilo proprio. Nulla d’illegale, certo: portali come ce ne sono a decine nel Web, dove adulti liberi e consenzienti decidono di conoscersi. Scelte fatte nell’ambito della propria libertà personale e all’interno della sfera privata che sul lungo periodo hanno però portato il sacerdote a una crisi di coscienza e a interrogarsi sul senso della sua missione sacerdotale cominciata nel 2000.
"Chiacchiericcio morboso”
Scenario, questo, che monsignor Raimondi ha bollato come chiacchiericcio. “Chiacchiericcio che può essere devastante e serve solo a soddisfare curiosità morbose”. “Chi è senza peccato salga sull’altare che lo adoriamo”, ha aggiunto. In un post pubblicato sul suo profilo Facebook, a fine gennaio, don Marco condivideva una serie di riflessioni sul suo essere sacerdote e allo stesso un uomo con le sue debolezze e fragilità: “Quando visiti un prete ricordati che un prete non è sposato, né avrà una famiglia propria. Niente moglie, niente figli. La sua famiglia sono i suoi parrocchiani. Il suo futuro è celebrare l’Eucaristia nella messa tutti i giorni, ascoltare confessioni, ungere i malati, servire coloro che si rivolgono a lui in cerca di aiuto”. Aggiungendo: “Anche loro sono uomini con le loro fragilità. Se senti qualcuno parlare male di un prete, correggilo e non partecipare a gossip senza conoscere i fatti. Ricorda che i preti sono soli e a volte avranno bisogno di compagnia. Attenzione ai loro bisogni emotivi, fisici e mentali...”.

Chi arriva
Da domani i parrocchiani inverunesi avranno dunque un nuovo prevosto, almeno fino a settembre. Si tratta di don Felice Noè, classe 1946 e sacerdote dal 1971, per quasi 15 anni parroco di Parabiago. Arriva dalla vicina Buscate dove svolge attualmente degli “incarichi pastorali”. Quel che è certo è che a Inveruno don Marco non tornerà più.