Dopo 34 anni Villapia perde il suo medico e lo saluta con gratitudine e rammarico. È arrivato il momento della pensione per il dottor Sergio Giuseppe Borsani. Chiude lo studio di via Casorezzo, senza che sia stata possibile la sostituzione. I residenti di Villapia trovano un medico alla Asl di Parabiago, negli uffici di via XI Febbraio. "Un po’ di patema in questi giorni viene- dice Borsani -. Ho ricevuto tanti messaggi. Villapia è una comunità". Una comunità che ha il suo posto nella storia e un po’ anche nella leggenda. Fino al 1940 il paese si chiamava Tiracoda, forse il nome di un famiglia, forse una derivazione dal latino “tauri cauda“, la coda di toro che poteva essere disegnata sull’insegna di una locanda, di un punto di ristoro, di uno stallo.
Le origini di Tiracoda risalirebbero ai Romani. Nel 1739, al tempo del parroco don Francesco Bialino, ebbe la sua prima chiesa, dedicata a Sant’Anna, proprietà della famiglia Bossi, ma costruita dai “tiracodini“. Il 29 marzo 1937 don Elia Balzarini, parroco di Parabiago, benedisse la posa della prima pietra della nuova chiesa, consacrata il 26 maggio del 1938 dal cardinale Ildefonso Schuster, arcivescovo di Milano. I lavori erano durati un anno. In quella circostanza l’arcivescovo propose per la frazione il nome di Villapia, sia in onore di Papa Pio XI sia come riconoscimento della pia opera della popolazione, che aveva collaborato attivamente alla costruzione della chiesa. L’autorizzazione al cambio di nome giunse al Comune di Parabiago con decreto reale del 2 dicembre 1940. Ma per gli anziani e anche per qualche generazione a seguire il paese rimane Tiracua. Gabriele Moroni