PAOLO MATTELLI
Cronaca

Due mesi e 900 chilometri: "Io, a piedi lungo l’Italia. Un Paese di gente buona"

Niccolò Albeverio, 33 anni, ha realizzato il proprio sogno di bambino. Da Busto Garolfo è partito con la tenda, in tanti lo hanno pure ospitato.

Niccolò Albeverio, 33 anni, ha realizzato il proprio sogno di bambino. Da Busto Garolfo è partito con la tenda, in tanti lo hanno pure ospitato.

Niccolò Albeverio, 33 anni, ha realizzato il proprio sogno di bambino. Da Busto Garolfo è partito con la tenda, in tanti lo hanno pure ospitato.

BUSTO GAROLFO (Milano)

"Ho scelto di allontanarmi da tutto e da tutti per ritrovare me stesso. È un sogno che mi sono portato dietro dall’infanzia". In queste poche parole il condensato della scelta di Niccolò Albeverio, 33 anni, di Busto Garolfo, che lo ha portato a lasciare lavoro e affetti per intraprendere un viaggio di due mesi e 900 chilometri rigorosamente a piedi attraverso l’Italia.

"Desideravo da tempo fare questa esperienza, ne ho parlato a papà Umberto e mamma Maria che si sono rivelati molto comprensivi, poi ho informato i miei datori di lavoro che avrei dato le dimissioni per partire. Ne sentivo il bisogno ed era il momento giusto". Una laurea in Lettere moderne in tasca, qualche esperienza lavorativa, una grande passione per la fantascienza e il mondo fantasy ma soprattutto un grande desiderio di fare qualcosa di unico nel suo genere.

Quando è iniziato il tuo viaggio?

"Sono partito il primo maggio da Busto Garolfo diretto al Lago di Garda, dove ho salutato alcuni amici".

Hai portato con te un equipaggiamento particolare?

"No. Una tenda, uno zaino, un materassino e un sacco a pelo. Qualche vestito per il caldo e per il freddo oltre alle protezioni per la pioggia, un cellulare, la Bibbia e nulla più". Tra il giovane bustese e la meta del viaggio un paese intero, l’Italia, da esplorare, conoscere e ammirare: "Ho scelto di percorrere perlopiù strade secondarie e sentieri sterrati, fermandomi a volte in mezzo ai boschi oppure nei piccoli paesi, senza un itinerario preciso, puntavo verso Est e poi verso Sud e poi il resto era tutta una grande avventura".

Hai trovato qualche difficoltà lungo il tragitto?

"Beh, per fare un viaggio del genere bisogna essere pronti a tutto. Durante le soste notturne nei boschi era frequente sentire gli animali transitare accanto alla tenda, una mattina un intero gruppo di cinghiali mi è passato accanto. È sufficiente restare calmi e gli animali non si avvicinano, è una questione di reciproco rispetto".

Durante il tuo viaggio hai incontrato tantissime persone, che cosa hai imparato?

"Che l’Italia è un Paese fantastico e che l’accoglienza è dentro di noi. Quando arrivavo nei piccoli centri urbani, pur non conoscendo nessuno trovavo persone che mi invitavano a pranzo, mi offrivano la colazione o addirittura mi ospitavano a casa loro per una grigliata. Un grande Paese, fatto per la maggior parte di gente buona".

Rifarai altre esperienze simili? "Non così lunghe, magari un mese soltanto, però non nell’immediato".