
Franco Tosi
di Cristiana Mariani
Legnano (Milano), 11 settembre 2014 - Meno di venti giorni e poi il destino della Franco Tosi Meccanica e dei suoi circa 380 dipendenti inizierà a delinearsi. Mancano soltanto venti giorni, infatti, all’apertura delle buste con le offerte delle società interessate all’acquisizione della storica fabbrica legnanese di turbine e paradossalmente sono i giorni più lunghi. La Franco Tosi Meccanica ha vissuto momenti molto difficili negli ultimi anni, eppure mai si è trovata nella condizione attuale: dentro o fuori, paradiso o inferno. Se entro il 30 settembre non dovessero arrivare offerte serie per l’acquisto della Tosi, l’azienda andrebbe incontro a un’ulteriore fase di attesa con il rischio concreto di riprendere a singhiozzo la produzione e non riuscire a rilanciarsi nel migliore dei modi. Anche per questo motivo il riserbo attorno ai probabili pretendenti è massimo.
Mentre in occasione della gara per l’affitto che era stata indetta mesi fa, e che era poi stata ritirata dal commissario straordinario Andrea Lolli, i rappresentanti dei lavoratori si erano messi al lavoro per imbastire un dialogo con le diverse realtà che sembravano essere interessate alla Tosi, oggi nessuna indiscrezione filtra. Troppo alta la posta in gioco e troppo poche le informazioni a disposizione attualmente per cercare di formulare qualche ipotesi sul futuro. Quel che è certo è che il 30 settembre si dovrebbe conoscere soltanto il nome del probabile acquirente della Tosi. Se una società dovesse presentare l’offerta adatta, infatti, da quel momento partirebbe un percorso di confronto anche con le organizzazioni sindacali per definire anzitutto il numero di lavoratori attualmente in forza all’azienda legnanese che rientrerebbe in fabbrica. Tutto passerebbe poi da un serio dialogo e dalla presentazione da parte della nuova proprietà di un piano industriale di spessore e che faccia dimenticare le indecisioni e le scelte poco ponderate degli ultimi anni. A caratterizzare soprattutto la gestione degli indiani di Gammon era stato una sorta di immobilismo: nessuna scelta determinante, ma soltanto qualche decisione marginale che di certo non aveva spostato gli equilibri di un’azienda che aveva imboccato una strada pericolosa che l’ha poi condotta alla dichiarazione dello stato d’insolvenza da parte del tribunale. Sotto l’egida del commissario Lolli, la Tosi ha acquisito e in alcuni casi riacquisito alcune commesse importanti che porteranno ore di lavoro in piazza Monumento. Fondamentale a questo punto però è che tutto questo non si fermi, ma che anzi sia il preludio a un vero rilancio. Che può avvenire soltanto se a rilevare l’azienda sarà una proprietà seria e intenzionata davvero a farla rivivere e non a metterla al centro di speculazioni di vario genere. A questo punto non resta nient’altro da fare che aspettare venti giorni che mai sono sembrati così lunghi.