
L'artista Gaia Alari
Milano - Dopo l’animazione e la copertina del New York Times Magazine, passando per quella realizzata e utilizzata dai Coldplay nel video del loro singolo FeelsLikeI’mFallingInLove, la creatività di Gaia Alari, artista bergamasca d’origine e milanese d’adozione, fa tappa in galleria Vittorio Emanuele.
C’è il suo lavoro, infatti, al centro della settima edizione di Galleria Cracco, il progetto di arte pubblica che dal 1° aprile al 1° maggio 2025 trova casa negli spazi delle lunette del Ristorante Cracco in Galleria Vittorio Emanuele II a Milano.
Il progetto
Il progetto Galleria Cracco nasce nel 2018 da un’idea dello chef Carlo Cracco con l’agenzia Paridevitale e la curatela di Sky Arte e ha da subito avuto l’obiettivo di portare l’arte nel cuore pulsante della città: dopo le opere di Valerio Berruti, Goldschmied&Chiari, Masbedo, Giovanni Ozzola, Marinella Senatore e Patrick Tuttofuoco, le lunette ritrovano la loro vocazione espositiva dopo un anno di pausa con l’allestimento delle opere video di Gaia Alari (un progetto a cura di Annalisa Inzana e Chiara Pozzi).

L’esposizione interattiva
Gaia Alari presenta in questa occasione tre diverse video animazioni che verranno proiettate in loop per un mese: Fantasy, che dà il titolo all’intera mostra, è un’animazione tradizionale disegnata su carta, fotogramma per fotogramma, realizzata nel 2024 per il gruppo musicale Lunar Vacation; l’opera racconta lo spazio e il tempo attraverso i movimenti di un corpo sulla superficie limitata di un foglio.
La seconda animazione, invece, si intitola The Space Between ed è stata realizzata nel 2024 per il concerto del gruppo indie inglese Porridge Radio al Centre Pompidou di Parigi: disegnato su carta, come sempre fotogramma su fotogramma, il video è l'esplorazione di un movimento simile a quello delle onde, in cui una figura femminile identificata simbolicamente da una rondine, procede in un labirinto di forme mutando essa stessa. L’ultima opera esposta, infine, è Senza Titolo, un inedito realizzato appositamente per questa occasione, in cui figure di donne e sirene volanti, in una danza circolare infinita, costruiscono una riflessione sugli archetipi e i linguaggi in codice, sul modo in cui, sin da bambini, leghiamo emozioni astratte alle immagini.
Chi è l’artista
Gaia Alari (studi in medicina e avvicinatasi all’arte da autodidatta) in questi mesi sta lavorando al primo cortometraggio d’animazione “What comes at night” scritto e diretto da lei e che ha ricevuto il sostegno del CNC Centre National du Cinéma. Insegna come guest artist alla University of the Arts di Londra, alla Parsons School of Design e a Yale.