La sala montaggio della Franco Tosi è apparsa anche questa volta affollata dai tanti lavoratori e da quanti seguono per tradizione la commemorazione dei deportati nel campo di Mauthausen nel 1944 ma in questa occasione, anche per il continuo brusio che ha fatto da sottofondo alle parole degli oratori, è sembrata mancare la sacrale attenzione del pubblico che, ad esempio, aveva caratterizzato lo scorso anno l’accorato intervento di Pier Luigi Bersani. È andata in scena ieri mattina, permeata da questa atmosfera, la cerimonia per l’81esimo anniversario della deportazione dei lavoratori Franco Tosi, che ogni anno vengono ricordati dagli oratori che si alternano sul palco cercando di raccordare il passato con il presente e i “pericoli” che l’attualità nasconde.
Nella sala montaggio si sono susseguiti come da programma gli interventi della Rappresentanza sindacale unitaria, del sindaco di Legnano, Lorenzo Radice, degli studenti delle scuole legnanesi e di Gianfranco Pagliarulo presidente nazionale Anpi. Il sindaco Radice, in particolare, ha voluto legare il suo intervento alla situazione contemporanea: "Tante sono le analogie fra gli anni 20 del Novecento e i nostri anni 20. Non voglio sottovalutarle – ha detto il sindaco -, ma vorrei oggi con voi concentrare l’attenzione su un altro fenomeno, di cui forse si parla meno, benché anche esso molto simile a quanto accadeva cento anni fa. Lo sintetizzo così: l’indifferenza sta alimentando la potenza di chi controlla le infrastrutture dell’informazione e del consenso".
Proprio la gestione del consenso attraverso i nuovi media e i social preoccupa Radice "in un contesto in cui ormai metà della popolazione in Italia, come in tutte le democrazie mature, non vota e non si interessa più di politica. In un paese, il nostro, in cui n oltre 1/3 degli adulti è analfabeta funzionale e capisce solo testi brevi, e quasi la metà ha grosse difficoltà nel problem solving".
E così, per il primo cittadino dimostrare "di essere ancora persone libere, come ci ha insegnato chi si è sacrificato per questo sotto il fascismo" significa oggi vivere "la dimensione reale, la dimensione della propria città, costruire insieme con gli altri una città intesa come polis, come spazio delle relazioni, come luogo della vita e della cosa pubblica" e come antidoto all’indifferenza. Dopo la posa delle corone ai Monumenti dei Deportati e dei Partigiani all’interno della Tosi, momento sempre suggestivo, è infine andato in scena il corteo per le vie cittadine conclusosi al Monumento dei Partigiani al cimitero con il discorso di rito da parte del presidente di Anpi Legnano, Primo Minelli.