PAOLO GIROTTI
Cronaca

Omicidio di Fabio Ravasio: sequestrata la villa di Parabiago dove viveva con la mantide Adilma

Gli inquirenti sono convinti di trovare elementi utili all’indagine nell’abitazione di via Duca di Genova. Analisi anche sui telefoni cellulari delle otto persone sotto accusa

Fabio Ravasio e Adilma Pereira Carneiro

Fabio Ravasio e Adilma Pereira Carneiro

Parabiago, 6 settembre 2024 – La villa di via Duca di Genova nel centro di Parabiago, residenza di Adilma Pereira Carneiro e Fabio Ravasio, è stata posta sotto sequestro e ora, per arrivare a ricostruire con maggiore precisione i dettagli del piano che ha infine condotto all’omicidio del 52enne, si indagherà anche sugli elementi che potranno emergere dall’analisi di quanto rinvenuto nella casa; altro passaggio fondamentale sarà poi l’esame del contenuto dei telefoni cellulari sequestrati alle otto persone fino ad ora sottoposte a fermo, mentre si sta cercando di chiarire la vicenda della paternità degli ultimi due figli di Adilma.

Sono questi gli elementi sui quali si sta indagando in questi giorni e che vanno ad aggiungersi a una vicenda che, ogni giorno, sembra produrre ulteriori novità e particolari.

Sigilli alla villa

Il sequestro dell’abitazione parabiaghese dove i due vivevano risale alla tarda serata di martedì sera ed è stato ordinato nella speranza di trovare all’interno dell’abitazione altri elementi utili per l’inchiesta così da chiarire i tanti punti oscuri della vicenda.

Qui, come noto, vivevano da tempo Adilma e Fabio, dopo che qualche anno fa quest’ultimo aveva acquistato l’abitazione dai precedenti proprietari, procedendo alla ristrutturazione completa.

Tra gli elementi che restano ancora da chiarire ci sono anche i fatti relativi alla paternità dei due gemelli minorenni nati nel 2016, gli ultimi degli otto figli di Adilma ad ora "rintracciati": oltre a questi due, infatti, Adilma risulta essere madre di tre gemelli oggi 14enni avuti dalla relazione con Michele Della Malva, precedente marito della donna deceduto nel 2011, e di tre figli maggiorenni risalenti alle sue relazioni in Brasile (le due figlie Beatriz e Ariane, oltre a Igor Benedito, che era alla guida dell’auto che ha travolto Ravasio).

I due gemelli di otto anni, iscritti alla nascita con il cognome Trifone (Adilma aveva sposato l’anno prima Marcello Trifone, complice nell’omicidio e che attualmente figura ancora come marito della donna), dagli elementi emersi durante le indagini potrebbero essere frutto di inseminazione artificiale e la clinica è stata individuata dagli investigatori. Non solo: il giorno prima dell’omicidio risulta un tentativo di registrazione all’anagrafe con il cognome Ravasio, ma la mancanza di un documento di riconoscimento formale da parte dello stesso Ravasio blocca tutto.

Movente e paternità

Il movente, in questa complessa vicenda, secondo gli inquirenti è quello economico e obiettivo del piano che ha portato alla morte del 52enne Ravasio, ordito dalla compagna e portato a termine con i sette complici identificati nel corso delle indagini, era quello di entrare in possesso dei beni dell’uomo: tutto questo malgrado gli ostacoli costituiti dai dubbi emersi sulla paternità dei due figli della coppia, al momento affidati alla figlia maggiore di Adilma, e che costituivano il "veicolo" da utilizzare per poter entrare in possesso dell’eredità.