"Ha le potenzialità per generare un nuovo rinascimento". Vincenzo Tallarico, capofila del settore Edilizia di Confartigianato Alto Milanese, non esita a paragonare a uno dei periodi di massimo splendore italiano gli effetti che avrebbe il provvedimento varato dal governo per l’efficientamento energetico degli edifici, con la detrazione fiscale del 110 per cento. Effetti moltiplicati per tutti gli artigiani, non solo per coloro che si occupano di edilizia: "Si tratta di una misura che può rivelarsi dirompente per l’economia italiana, ma deve partire non si può più temporeggiare – è l’esortazione di Tallarico –. E noi artigiani dobbiamo fare squadra, mettendo per esempio in sinergia il comparto edile con chi si occupa di caldaie, impiantistica o dei serramenti, considerato che parliamo di miglioramento dell’efficienza energetica degli edifici. Ma se adesso non entriamo nella fase operativa rischiamo l’effetto opposto: che molti interventi di ristrutturazione restino fermi al palo, perché chi li commissiona attende per vedere quando poter usufruire degli sgravi".
Tallarico è uno dei due titolari della Ibt Edile, nata nel 1987 e con sei artigiani impiegati. "Noi abbiamo già una decina di clienti prenotati che intendono usufruire del superbonus – racconta – e come tutti abbiamo bisogno di lavorare: le imprese sono come organismi viventi, solo che al posto dell’ossigeno hanno bisogno di lavoro. E questo è un anno macabro...". Tallarico ha tuttavia un lieve timore: che i “paletti“ che il superbonus del 110 per cento richiede – certificazioni, adempimenti burocratici, rapporti con le banche e così via – possano sfavorire i piccoli imprenditori e avvantaggiare i cosiddetti general contractors, grandi società cioè in grado non solo di effettuare il pacchetto completo dei lavori ma anche dotate di risorse finanziarie per garantire ai committenti la restituzione delle somme spese nell’immediatezza, anziché nell’arco dei cinque anni.
"È un momento difficile: noi abbiamo tre cantieri aperti, ma dai clienti mi sento spesso dire la frase: “non avere fretta...“. La gente insomma “aspetta“, perché appunto vuole usufruire del superbonus, o rimanda eventuali lavori. In questi mesi però gli artigiani hanno bisogno di lavorare non per fare profitto, ma per “restare in piedi“, e per molte questo significa non essere sopraffatte dai debiti".
Dal presidente di Confartigianato Alto Milanese, Gianfranco Sanavia, arriva invece un appello alle istituzioni. "Nel clima d’incertezza che viviamo un altro lockdown alla cieca rischia di dare un colpo mortale alle imprese, che sono già di per sé demotivate, e generare un effetto domino. Ciò che chiediamo? È ciò che serve agli artigiani, spina dorsale del Paese: di garantire la liquidità e, come minimo, di posticipare le scadenze fiscali di novembre". Sanavia spezza una lancia in favore del Governo – "non si può dire che non abbia proprio fatto niente" – torna sulla sospensione dei voucher lavoro – "uno sbaglio" – ma soprattutto chiede un intervento sui contratti a tempo determinato "che sono stati resi incredibilmente più complicati".