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Accertamenti pischiatrici sull’ex marito, a processo, dell’imputata
Chiesto un risarcimento da oltre due milioni di euro per l’omicidio di Fabio Ravasio. Una richiesta risarcitoria pari a due milioni e 150 mila euro per l’esattezza. È questa la cifra avanzata dalle parti civili nel processo in Corte d’Assise per l’omicidio di Fabio Ravasio, il trentanovenne travolto e ucciso lo scorso 9 agosto a Parabiago da un’auto che inizialmente si credeva fosse pirata, ma che nascondeva invece un progetto omicida ben articolato. Un delitto che ha sconvolto la comunità parabiaghese, ma non solo, e che, con il procedere del dibattimento, sta assumendo contorni sempre più inquietanti.
A chiedere giustizia nella seconda udienza di ieri mattina in Corte di Assise a Busto Arsizio, sono le tre parti civili ammesse al procedimento: Annamaria Trentarossi e Mario Ravasio, i genitori della vittima, rappresentati dagli avvocati Barbara D’Ottavio e Francesco Arnone e dal professor Francesco Camilletti, e Giuseppe Ravasio, cugino del giovane assassinato. Adesso il dolore della famiglia si intreccia con la battaglia legale per ottenere un risarcimento.
I legali di parte civile non vogliono né intendono lasciare nulla di intentato. Hanno chiesto alla Corte il sequestro conservativo dei beni nelle disponibilità degli imputati, temendo che eventuali manovre patrimoniali possano compromettere il diritto al risarcimento. Al centro della vicenda c’è sempre lei, la basiliana Adilma Pereira Carneiro, 49 anni, la donna accusata di aver orchestrato il brutale omicidio del suo compagno. Su di lei, già in sede civile e per altra causa, è stato disposto un sequestro preventivo per un valore di 800mila euro. Una somma che, secondo i legali delle parti civili, rischia di ridurre ulteriormente le garanzie economiche per i loro assistiti, mettendo a rischio l’effettivo risarcimento nel procedimento penale in corso. La richiesta di sequestro conservativo diventa quindi un punto cruciale del processo.
Mentre l’aula della Corte d’Assise attende le prossime mosse, la famiglia di Fabio Ravasio continua a lottare per un riconoscimento tangibile della tragedia che ha stravolto le loro vite. Se ne parlerà il prossimo 3 marzo, per l’occasione sarà nominato anche un professionista per eseguire la perizia psichiatrica alla quale sarà sottoposto l’ex marito di Adilma, Marcello Trifone, che rimane imputato nel processo.