CHRISTIAN SORMANI
Cronaca

Il faccendiere delle ’ndrine. Fondi Covid alle cosche

Rescaldina, per la Dda Maurizio Ponzoni ha ricevuto 10 milioni dall’istituto. L’imprenditore era già stato arrestato nel 2023 per bancarotta fraudolenta.

Il faccendiere delle ’ndrine. Fondi Covid alle cosche

La Gdf di Milano ha compiuto le indagini per conto della DDA

La Guardia di Finanza di Milano ha posto sotto amministrazione giudiziaria la Banca Progetto, nell’ambito di un’indagine condotta dalla Direzione distrettuale antimafia (Dda). L’inchiesta ha rivelato legami tra l’istituto finanziario e soggetti legati alla ‘ndrangheta, i quali avrebbero beneficiato di finanziamenti per un totale di 10 milioni di euro, coperti da garanzie statali. Questi fondi, destinati a sostenere le imprese durante l’emergenza Covid-19 e la crisi russo-ucraina, sarebbero stati concessi a società connesse a dinamiche criminali, eludendo le normative antiriciclaggio. L’indagine ha evidenziato gravi carenze nella gestione dei prestiti, con la banca che avrebbe trasferito integralmente il rischio di insolvenza allo Stato. Maurizio Ponzoni, imprenditore arrestato nel 2023 per bancarotta fraudolenta con l’aggravante mafiosa, è risultato il vero beneficiario di questi finanziamenti. Dall’indagine è emersa come figura centrale con cui i funzionari di banca si sono relazionati direttamente, sebbene formalmente non avesse alcunché a che fare con le società che ottenevano i prestiti. Il vero referente, e destinatario dei finanziamenti, sarebbe stato quindi lui, imprenditore di Rescaldina arrestato nel 2023, che ha patteggiato una pena per bancarotta fraudolenta con l’aggravante del metodo mafioso e a cui, nel 2024, la finanza ha sequestrato 96 immobili e altri beni per un valore di 9,5 milioni.

Si tratta di un nuovo capitolo si aggiunge alla lunga vicenda giudiziaria che riguarda questo imprenditore di 58 anni di Rescaldina, arrestato nel 2023 con l’accusa di associazione a delinquere e legami con la ‘ndrangheta. Per Ponzoni, coinvolto in inchieste giudiziarie sin dal 2007, era stata disposta la misura della sorveglianza speciale per 4 anni. Gli immobili che gli erano stati sequestrati, risultavano distribuiti in diverse località, tra cui Legnano, Parabiago, Busto Arsizio, Lonate Pozzolo, San Giuliano Milanese. Secondo quanto riportato dai carabinieri, le indagini hanno evidenziato un quadro di "pericolosità sociale ancora attuale", permettendo di ricostruire il ruolo di Ponzoni come "dominus" e amministratore di fatto di una complessa rete di società intestate a prestanome, utilizzate per occultare il suo vasto patrimonio immobiliare.