
Mirco Jurinovich presidente dell’associazione 60milavitedasalvare
Legnano (Milano) - «Potremmo quadruplicare le possibilità di sopravvivenza in caso di attacco cardiaco: dovrebbe bastare questo per giustificare un intervento rapido delle istituzioni e invece tutto è fermo": Mirco Jurinovich, presidente dell’associazione 60milavitedasalvare, che in tutto l’Alto Milanese si batte ormai da anni per diffondere la cultura dei Dae, i defibrillatori automatici che ormai punteggiano il territorio, torna a parlare del cosiddetto "Codice Blu", un protocollo in grado di mobilitare soccorritori laici, Forze dell’Ordine, Polizie Locali, taxi e vigilanza privata, accorciando i tempi d’intervento e aumentando le possibilità di sopravvivenza dei soggetti colpiti da arresto cardiaco.
Un passo avanti che si stenta a compiere, anche nella nostra regione. Nella sostanza al momento dell’arrivo della segnalazione al 118 il Codice blu permette di diramare, attraverso un’app specifica, la comunicazione anche agli operatori formati presenti in zona, fornendo anche la posizione dei Dae sul territorio: una rete di sostegno potenzialmente capillare, che permetterebbe interventi ancor più rapidi in numerose situazioni. A che punto siamo nel percorso che dovrà portare all’introduzione del codice blu? "La legge 116/2021 ha introdotto l’obbligo per tutte le centrali 118 di comunicare agli astanti la presenza del Dae e l’adozione di una app nazionale da utilizzare per attivare la rete di cittadini già formati - spiega Jurinovich . ma la mancanza dei decreti attuativi, ancora oggi, ha bloccato tutto, tanto che in maniera compiuta si può dire che il codice blu sia attuato solo in Emilia Romagna, dove si è agito prendendo l’iniziativa".
Malgrado sulla carta ci siano solamente vantaggi, dunque, questo passo in avanti non arriva: "Le rete che abbiamo contribuito a costruire noi nell’Alto Milanese – prosegue Jurinovich – ha, per esempio, una dimensione tale da coprire l’intero territorio, perché abbiamo ormai circa 350 Dae, contando quelli installati direttamente in strada e nei luoghi pubblici e quelli che hanno trovato spazio in palestre, scuole ed edifici pubblici. Basterebbe poco: l’app Dae Responder, integrata con il sistema operativo delle centrali 118 emiliane, era stata messa gratuitamente a disposizione di tutte le altre regioni tramite il portale del riuso della Pubblica Amministrazione, ma ad oggi è stata utilizzata solamente da Valle d’Aosta e Provincia Autonoma di Trento e Bolzano".
L’ultima beffa raccontata da Jurinovich riguarda poi il trattamento fiscale riservato ai Dae, i defibrillatori automatici, una vicenda che racconta quanto questo tipo di cultura sia poco radicato: "Le apparecchiature vengono parificate agli elettrodomestici, come se fossero frigoriferi o forni – conclude Jurinovich – con iva al 22 per cento, mentre per le apparecchiature elettromedicali è del 4%. Abbiamo provato a fare richiesta per un adeguamento, ma la risposta è stata: "non c’è la copertura economica".