CHRISTIAN SORMANI
CHRISTIAN SORMANI
Cronaca

La crisi Muster & Dikson. Tensione sui licenziamenti: "Disponibili al dialogo"

L’azienda replica ai sindacati, dopo la mobilitazione dei giorni scorsi. Sui 19 esuberi, nove ricollocati e quattro prossimi alla pensione.

Il presidio di protesta è stato organizzato nel pomeriggio di giovedì dalla Fiom Cgil, davanti ai cancelli dell’azienda in via Kennedy I lavoratori hanno manifestato contro la decisione di licenziare 19 colleghi

Il presidio di protesta è stato organizzato nel pomeriggio di giovedì dalla Fiom Cgil, davanti ai cancelli dell’azienda in via Kennedy I lavoratori hanno manifestato contro la decisione di licenziare 19 colleghi

Non si è fatta attendere la replica della Muster & Dikson, dopo il presidio di protesta organizzato nel pomeriggio di giovedì dalle forze sindacali davanti ai cancelli dell’azienda in via Kennedy. I lavoratori, sostenuti dalla Fiom Cgil, hanno incrociato le braccia per esprimere il loro dissenso contro la decisione di licenziare 19 colleghi. Dai vertici aziendali arriva una spiegazione chiara: la M&S sta attraversando una fase di pesante contrazione degli ordini, prima a causa della pandemia, poi per il rincaro dei costi e l’allungamento dei tempi di trasporto verso l’Oriente. I settori più colpiti sono quelli dei piccoli apparecchi elettrici e dell’arredamento, comparti che hanno subito un calo drastico del fatturato. Dopo un anno di cassa integrazione e una situazione che non ha mostrato segni di ripresa, l’azienda ha dovuto prendere una decisione difficile: la chiusura di due rami d’azienda e la conseguente riduzione del personale. L’azienda, con una nota ufficiale, rispedisce al mittente le accuse del sindacato e precisa che lo scenario attuale è ben diverso da quello dipinto durante la protesta.

A fronte di un’iniziale previsione di 19 esuberi, fa sapere la Muster & Dikson, grazie a precise iniziative aziendali, sono stati ricollocati nove dipendenti, tra cui due appartenenti alle categorie protette, ai quali è stata prestata particolare attenzione. Tra i restanti dieci lavoratori coinvolti, quattro sono prossimi alla pensione e raggiungeranno i requisiti entro l’anno, quindi - rimarcano dall’azienda - di fatto non saranno minimamente toccati dalla procedura di licenziamento. Per gli ultimi sei dipendenti, invece, è stato discusso con le organizzazioni sindacali e la Rsu un articolato piano sociale di incentivo all’esodo.

La dirigenza non nasconde una certa sorpresa per la protesta. "La scelta di indire uno sciopero ci ha colti di sorpresa e, francamente, la riteniamo immotivata". Tuttavia, la volontà di confronto non viene meno. "Nonostante tutto, rimaniamo disponibili a un dialogo aperto e costruttivo, come sempre accaduto nei rapporti con le rappresentanze sindacali".

Una risposta secca, dunque, che punta a controbattere alla narrazione sindacale e a sottolineare gli sforzi fatti per mitigare l’impatto dei licenziamenti. Ma la tensione tra azienda e lavoratori sembra al momento tutt’altro che risolta.