L’opposizione alle mafie deve partire dai giovani. Lo ha dimostrato l’Istituto Barbara Melzi, diventato sede di un presidio studentesco di Libera, la rete contro le mafie nata nel 1995 da un’idea di don Luigi Ciotti. Il presidio legnanese è stato intitolato alla memoria di Marcella Di Levrano e, fatta eccezione per il capoluogo, è il primo nel suo genere a essere creato in tutto l’hinterland di Milano.
"Quello di oggi va considerato un punto di partenza e non certo di arrivo – ha detto il sindaco Lorenzo Radice, intervenuto alla presentazione ufficiale del presidio –. Come comunità dell’Alto Milanese stiamo facendo percorsi che richiedono una cura e un’attenzione costante e una scelta individuale che deve essere messa al servizio di un lavoro collettivo. Voi oggi state dicendo alla comunità che avete deciso di mettervi in gioco: come città non possiamo che ringraziarvi e sostenervi in questo percorso, perché Legnano e l’Alto Milanese hanno bisogno di giovani che siano “semi“ in grado di far crescere la cultura della legalità, per dimostrare una volta di più che noi siamo molti di più e più forti di loro. Dobbiamo solo avere la forza di non farci trovare divisi e di lavorare insieme".
"All’interno del nostro presidio ci impegneremo a ricordare le vittime innocenti delle mafie, ad approfondire il fenomeno mafioso, ma soprattutto a promuovere valori di rispetto, solidarietà sociale e responsabilità – hanno sottolineato i protagonisti del presidio, i ragazzi della Melzi –. Libera lavora per dar voce a chi una voce non l’ha più, per proteggere la comunità delle vittime innocenti di mafia e per costruire un futuro diverso. Questo è anche il nostro obiettivo: non essere semplici spettatori di un fenomeno, ma recitare la parte di attori attivi".
Dopo questo primo passo, il lavoro del presidio proseguirà con incontri, workshop e momenti di riflessione pensati per coinvolgere gli studenti ma anche i docenti e la comunità nel suo complesso.
"Nei momenti difficili che, come normale, incontrerete – ha esortato i ragazzi Francesca Rispoli, presidente di Libera con don Luigi Ciotti – dovrete pensare che il vostro impegno si esplica nel contesto di un gruppo che vive e opera da molti decenni nel nostro Paese. Pensiamo dunque al nostro impegno come a qualcosa di duraturo, di continuativo: soltanto in questo modo si riesce davvero a generare una consapevolezza e un coinvolgimento che siano capaci anche di creare il ricambio".