Tolto il presidio lungo la provinciale 34, gli agricoltori del Legnanese e dell’Est Ticino continuano a mantenere l’attenzione sullo stato di crisi proclamato dalle aziende agricole e della pesca a livello nazionale. "Partecipiamo con i nostri trattori al presidio di Binasco e alle iniziative che vengono coordinate da Riscatto agricolo Lombardia, come abbiamo fatto l’altro giorno con la sfilata dei trattori fino alla sede della Regione, con le manifestazioni davanti ai grandi centri commerciali del Sud Milanese, durante i quali abbiamo avuto incontri con i responsabili degli stessi per ribadire le questioni del made in Italy. Nella giornata di ieri ci siamo confrontati anche col Prefetto di Pavia", afferma Alessandro Passerini, agricoltore del Castanese tra i promotori delle azioni di protesta. Dal presidio in Regione è scaturita la decisione di un tavolo di confronto con la commissione agricoltura il prossimo 12 febbraio. "A livello locale abbiamo chiesto un coinvolgimento del coordinamento dei sindaci per discutere delle problematiche che hanno portato a questo stato di crisi".
Tra le cause principali, che hanno spinto gli agricoltori a scendere in piazza al seguito dei loro trattori, l’aumento vertiginoso dei costi dovuto all’inflazione (con la conseguente erosione della liquidità delle aziende agricole) e le complicazioni burocratiche che stanno mettendo in difficoltà l’intero settore, alle prese anche con gli effetti distruttivi del cambiamento climatico e l’alternarsi degli eventi estremi con periodi di perdurante siccità.
"Lo abbiamo visto di recente. Dove la terra viene sottratta all’agricoltura solo per costruire, poi accadono le catastrofi ambientali. Purtroppo, se andremo avanti così, il nostro comparto morirà. Poi vedremo se gli italiani saranno disposti a mangiare la carne e i prodotti sintetici, fatti in laboratorio", commenta Filippo Goglio, presidente di Riscatto agricolo Lombardia. Giovanni Chiodini