PAOLO GIROTTI
Cronaca

Legnano: ceramiche giapponesi e opere del ‘900 italiano, il lascito del bancario è ancora bloccato

Il lavoro di catalogazione e stima, affidato internamente ai tecnici del municipio, non si è concluso. L’unica disposizione consegnata dal donatore: esporre periodicamente il patrimonio e trovargli una collocazione in strutture dedicate

Solo i reperti archeologici sono già stati segnalati alla Soprintendenza che li ha assegnati al Museo Sutermeister di corso Garibaldi

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Legnano, 26 aprile 2025 – Ceramiche Satsuma ma anche oggetti in oro e avorio e opere d’arte di Scanavino, Sironi, Schifano e Dadamaino. È passato parecchio tempo ma l’allungamento delle procedure per la necessaria catalogazione ha fatto sì che ancora oggi, a mesi di distanza, l’Amministrazione non abbia ancora iscritto nel patrimonio del Comune l’eredità d’arte lasciata da un bancario legnanese deceduto nel 2023. Questi aveva lasciato al Comune una corposa collezione di oggetti d’arte, con un unico obbligo: esporli periodicamente e trovare loro una collocazione nelle strutture dedicate.

L’appartamento con cantina e box a Legnano, che fa parte del lascito, dovrà invece fornire le somme necessarie per catalogare, restaurare ed esporre le opere. Per comprendere la dimensione economica del lascito, dunque, bisognerà attendere la conclusione del lavoro di catalogazione e stima che non è stato affidato esternamente a esperti del settore ma direttamente al settore comunale che si occupa della vicenda.

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Cos’è già emerso strada facendo dal primo conteggio e dall’analisi dei beni lasciati in eredità? A costituire la parte più consistente dal punto di vista economico sono le ceramiche giapponesi Satsuma, oggetti di particolare raffinatezza e abilità artigianale, che prendono il nome dalla regione della prefettura di Kagoshima, nel Sud del Giappone.

La collezione lasciata al Comune ne conta oltre trecento. Alle ceramiche van poi aggiunta una ventina di oggetti in metallo e oro, altri in avorio e una decina di sculture. I pezzi catalogati come reperti archeologici, invece, erano già stati segnalati alla Soprintendenza, che li aveva assegnati al Museo Sutermeister di corso Garibaldi. Finita qui? Tutt’altro, perché il collezionista faceva davvero sul serio e non aveva amore solo per la manifattura del Sol Levante: nella collezione infatti figurano anche una sessantina di quadri di autori del Novecento Italiano.

Tra questi vanno certamente segnalati un lavoro di Dadamaino – anche il Maga di Gallarate le ha dedicato una retrospettiva – un acrilico su cartone di Emilio Scanavino, uno smalto su tela di Mario Schifano, una tecnica mista di Mario Sironi e un olio di Renato Guttuso.