"Voleva uccidere la moglie dell’amante usando il veleno": c’è anche questa ulteriore pista da seguire tra le tante che si stanno aprendo nell’intricata storia di Adilma Carneiro Pereira, la 49enne brasiliana accusata di aver ordito e portato a termine il piano per uccidere il compagno 52enne, Fabio Ravasio, coinvolgendo ben sette complici in un incidente simulato andato in scena il 9 agosto. Ad affermare che la brasiliana, almeno in un’occasione, avrebbe parlato di questo suo proposito è una donna che si presenta come una conoscente e che ha rilasciato queste dichiarazioni in occasione di un’intervista a Pomeriggio 5 di Mediaset.
Dichiarazioni che, una volta raccolte, hanno subito attirato l’attenzione della Procura: il pm di Busto Arsizio che si sta occupando del caso, Ciro Caramore, ha dato incarico affinché la donna venisse sentita e le dichiarazioni raccolte ufficialmente, inserendole così nella lunga lista delle informazioni testimoniali. "Lei frequentava il bar dove anche io andavo tutte le mattina a prendere il caffè, il bar del suo amante a Parabiago – aveva detto la donna in prima battuta in occasione dell’intervista, presentandosi come amica di Adilma, per poi raccontare l’episodio che ha poi attirato l’attenzione degli inquirenti –. A fine giugno di quest’anno lei e il suo interlocutore, all’interno del bar, dicevano di voler far fuori una persona, una donna, e che la volevano ammazzare con il veleno. Ho sentito che dicevano che volevano ammazzarla perché lei non voleva firmare il divorzio".
Il riferimento sarebbe alla moglie dell’amante di Adilma, Massimo Ferretti, tanto che Adilma avrebbe poi chiesto alla stessa conoscente presente in quel momento nel bar quale fosse il veleno più adatto per portare a termine il piano e togliere di mezzo l’ennesimo ostacolo al compimento dei suoi piani: una leggerezza, quella di avanzare simili ipotesi in una chiacchiera da bar, che sembrerebbe di primo acchito incredibile, se non fosse che anche nel piano per l’uccisione di Ravasio in numerosi passaggi era emersa una certa approssimazione.
"Mi ha chiesto quale veleno non viene rilevato in caso di autopsia – ha proseguito infatti la donna nell’intervista, confermata poi dalle dichiarazioni agli inquirenti –. Io le ho risposto “costa stai dicendo?“, ma lei ha replicato: “Non ti preoccupare, il veleno me lo procuro io“". Per vederci chiaro anche su questo ulteriore risvolto della vicenda, il pm Ciro Caramore ha dunque deciso di ascoltare cosa la donna avesse da dire, inserendo così anche la sua testimonianza tra i tanti elementi che ogni giorno sembrano aggiungere carne al fuoco di una storia che supera ogni immaginazione.