di Silvia Vignati
Cosa avrebbe detto Massimo? Definito nella guida "quel gran fornaio"? Come avrebbe accolto la notizia che per il secondo anno i suoi prodotti si sono aggiudicati il massimo dei voti, ovvero “tre pani“, nella guida del Gambero rosso? Massimo Grazioli, mancato prematuramente nel luglio di quattro anni fa, era il primo testimonial dei suoi pani: quando dietro il bancone era capace di improvvisare una lectio sui grani antichi per i clienti in negozio, tra le mani un pezzo di Nero di Sicilia oppure di pan di Meliga. Massimo non se la sarebbe tirata, non era nel suo carattere. Ne avrebbe goduto intimamente. Certo che il suo innamoramento per la panificazione era travasato nel Dna del figlio Nicolò, 29 anni. Fornaio e imprenditore. E mercoledì, al museo Maxxi di Roma, alla presentazione della guida “Pane & Panettieri d’Italia 2021“ è andata la figlia Giulia, 22 anni, studentessa in Pubbliche relazioni e comunicazione d’impresa. La guida selezione i migliori panificatori della Penisola: 43 hanno ottenuto i “tre pani“, ovvero il massimo riconoscimento. In Lombardia sono solo sette i panifici premiati, fra i quali Grazioli. "Per noi, rientrare tra i migliori forni d’Italia è un grande motivo di orgoglio, ma anche la dimostrazione di come stiamo lavorando nella giusta direzione - dice Giulia -. Non è facile rimanere ad alti livelli: alcuni panifici dello scorso anno non sono stati premiati e inoltre se ne sono aggiunti di nuovi. Vogliamo portare avanti la nostra idea, un connubio di tradizione e innovazione. Con le radici della tradizione che ci tengono ben saldi a terra, ma con lo sguardo rivolto verso il cambiamento e l’innovazione. Mio fratello ha fatto un grande lavoro, ha portato la sua visione, il suo gusto e le sue idee adattandole e modificandole, sempre nel segno dell’eredità lasciataci da nostro padre".
A Nicolò (nominato lo scorso anno Ambasciatore del gusto, al pari di Carlo Cracco o Antonino Cannavacciuolo) chiediamo cosa rappresenta questo riconoscimento. "Posso dire la “remunerazione“ degli sforzi non solo miei ma anche di tutto il mio staff - risponde -. Tuttavia per noi è un punto di partenza e non di arrivo".. Adesso come vogliamo crescere ancora? "Abbiamo in mente due progetti per il futuro: il primo riuscire ad aprire un punto vendita a Milano. Il secondo è quello di riuscire a costruire un nostro progetto di filiera: cioè trovare e coltivare il nostro grano, in modo da essere direttamente produttori della nostra materia prima". Ma il pane di Grazioli è anche un pane trasversale: lo trovi nei migliori ristoranti di Milano e anche alle mense di poveri. "Da sempre cerchiamo di dare il nostro contributo alla comunità, e dare il pane alla Caritas è uno dei modi".