Legnano (Milano), 28 maggio 2019 - Undici anni. Sono trascorsi undici anni dal giorno in cui l'Altomilanese ha scoperto di non essere immune dalla criminalità organizzata. Era una calda giornata di luglio quando a San Vittore Olona venne ucciso un uomo al Circolo ex combattenti e reduci. Quell'uomo, si sarebbe saputo poco dopo, era il boss della 'ndrangheta Carmelo Novella. Un vero boss della criminalità organizzata viveva nel Legnanese. Non vi si trovava di passaggio, risiedeva proprio a San Vittore Olona. Era arrivato lì diversi anni prima, giunto in soggiorno obbligato come diverse persone negli ultimi decenni in diverse zone dell'Altomilanese. Tuttavia, non erano mai avvenuti episodi di violenza del genere. Un omicidio. Un fatto che aveva scavato sotto la superficie di tranquillità che fino a quel momento aveva caratterizzato l'intera comunità e aveva fatto emergere la preoccupazione.
La 'ndrangheta non era soltanto padrona della Calabria, ma svolgeva i propri affari anche in Lombardia. E lo si è visto anche due mesi dopo, quando a settembre davanti al cimitero di San Giorgio su Legnano, camposanto in cui era stato sepolto proprio Carmelo Novella, è stato trovato il cadavere di Cataldo Aloisio. Chi era? Subito è stato chiaro il suo ruolo: era un emissario della "casa madre" calabrese, la stessa che aveva ordinato l'assassinio di Novella. Ora proprio gli alleati del boss residente a San Vittore Olona erano passati al contrattacco dando un segnale ai calabresi e uccidendo Cataldo Aloisio. Insomma, nell'Altomilanese era in atto una vera faida. Si temeva una guerra sanguinosa far opposte fazioni a quel punto. E la guerra c'è stata, ma fortunatamente non coinvolse cittadini innocenti. Una guerra che negli ultimi undici anni ha visto la scomparsa di diverse figure: secondo alcuni testimoni, diventati collaboratori di giustizia, nella zona del Borgo Rubone di Bernate Ticino sarebbero stati sepolti corpi di alcuni esponenti della 'ndrangheta.
Esecuzioni, ma anche numerose operazioni delle forze dell'ordine che hanno portato a diversi arresti dal 2008 a oggi. Come quello di Cosimo Barranca, boss residente nella zona di San Martino a Legnano a cui è stata sequestrata anche una villa su cui oggi c'è un progetto di riqualificazione e restituzione alla città. Gli ultimi arresti sono arrivati a inizio ottobre del 2018, quando a finire nei guai era stata fra gli altri anche "Lady mala" ovvero Paola Galliani, consulente finanziaria legnanese senza licenza che minacciava i clienti che non pagavano regolarmente. Nelle minacce erano menzionati diversi esponenti della criminalità. La donna era inoltre in rapporti molto stretti con alcuni uomini arrestati circa un anno prima durante altre operazioni per il contrasto alla criminalità organizzata. Oggi ecco gli arresti dei killer di Cataldo Aloisio. Ma il cerchio non sembra essere per nulla ancora chiuso.