PAOLO MATTELLI
Cronaca

L’Inps restituisce l’eredità. Per una data sbagliata volatilizzati ottomila euro

L’errore era stato commesso dall’Anagrafe di Busto Garolfo e subito corretto. Ma l’Istituto di previdenza si era già ripreso la pensione ritenuta non dovuta.

L’errore era stato commesso dall’Anagrafe di Busto Garolfo e subito corretto. Ma l’Istituto di previdenza si era già ripreso la pensione ritenuta non dovuta.

L’errore era stato commesso dall’Anagrafe di Busto Garolfo e subito corretto. Ma l’Istituto di previdenza si era già ripreso la pensione ritenuta non dovuta.

Lieto fine per la vicenda che a Busto Garolfo aveva visto nel 2023 gli eredi di un pensionato alleggeriti dal conto corrente di oltre ottomila euro per un errore sulla data del decesso del loro congiunto. Ora l’Istituto di previdenza sociale ha accreditato sul conto della sorella Carla l’ammontare di quanto prelevato lo scorso anno. Pace fatta quindi tra gli eredi e la pubblica amministrazione, che inizialmente aveva dato vita all’iter a causa di una semplice svista sulla data di morte. Il tutto ormai risale all’inverno 2023, a ridosso delle feste Natalizie. L’8 dicembre viene a mancare a 85 anni Giuseppe Gervi: è la Festa dell’Immacolata, quindi gli uffici comunali sono chiusi. Nessun problema, l’atto di morte viene redatto il giorno successivo: sabato 9 dicembre. Probabilmente per una svista l’8 dicembre si trasforma magicamente in 8 luglio 2023. L’errore viene subito notato dalla sorella del defunto, Carla, ma l’Anagrafe è ormai chiuso e se ne riparlerà lunedì 11 dicembre. Le festività e i ponti però non fermano gli zelanti uffici dell’Inps che in men che non si dica ricalcolano i valori della pensione all’8 luglio e prelevano in automatico dal conto del defunto 8.462,64 euro di “pensione non dovuta“.

Ad accorgersi del salasso sempre la sorella Carla, che subito si rivolge al Comune per chiedere spiegazioni. L’Anagrafe risponde che effettivamente si è trattato di una svista, subito corretta il lunedì successivo, ma che per il rimborso avrebbe dovuto rivolgersi direttamente all’Inps. Da qui il calvario della famiglia Gervi che tra raccomandate, incontri con funzionari e quant’altro non riesce a venire a capo di nulla.

Ultima spiaggia, contattare Il Giorno per raccontare la sua storia che, pubblicata il 20 agosto, viene letta da un avvocato bustese esperto in materia previdenziale. Il legale contatta la famiglia Gervi, convinto di poter arrivare a una soluzione. Il suo intervento infatti sblocca la situazione e la pratica si avvia verso una rapida conclusione. Ieri l’atto conclusivo, con il ritorno dell’intero importo ai legittimi proprietari, a nove mesi dall’inizio della paradossale vicenda.