Un quadro ben poco rassicurante della situazione della sanità in Lombardia, disegnato a partire dalle lunghe lista d’attesa, che portano molte persone a rinunciare alle cure, per arrivare alla carenza del personale e agli stipendi che, rispetto ad altre nazioni europee, non sono più adeguati: di questo hanno dibattuto, a Villa Jucker, i diversi attori del settore a partire dai dati messi in evidenza dal coordinatore Uil Legnano, Luigi Tripodi (nella foto), divulgati da Crea Sanità, Centro per la ricerca economica applicata in Sanità, e che vedono il Veneto al 1° posto e la Calabria all’ultimo, oltre a raccontare di una regione Lombardia all’11° posto a livello nazionale per indice di performance socio sanitarie. Secondo il direttore socio sanitario Asst Ovest Lombardia Giovanni Guido Guzzetti, la soluzione saranno le case e gli ospedali di comunità che, dice, "sono state definite ingiustamente scatole vuote e devono ancora esprimere il vero potenziale perché sono state lanciate in modo “temporaneo“ e andranno a regime con i fondi Pnrr". Le criticità sollevate dal segretario confederale Uil, Salvatore Monteduro, hanno evidenziato la poca appetibilità da parte dei giovani nel percorrere la strada professionale sanitaria, in parte dovuta al blocco dei contratti dei lavoratori pubblici (dal 2009 al 2019) con conseguente perdita del potere di acquisto dei salari. P.G.
CronacaLunghe liste d’attesa e carenza di personale: "Troppe criticità"