ROSELLA FORMENTI
Cronaca

Manfrinati in carcere. Scatta anche lo stalking. Un anno fa la misura fu respinta dal Gip

Il quarantenne ha ucciso l’ex suocero e ferito gravemente l’ex moglie Lavinia

Manfrinati in carcere. Scatta anche lo stalking. Un anno fa la misura fu respinta dal Gip

Manfrinati in carcere. Scatta anche lo stalking. Un anno fa la misura fu respinta dal Gip

Custodia cautelare in carcere anche per stalking per Marco Manfrinati, l’ex avvocato quarantenne che il 6 maggio scorso in via Menotti a Varese ha ucciso con venti coltellate l’ex suocero, Fabio Limido, intervenuto per difendere la figlia dall’aggressione e ferito gravemente Lavinia Limido, l’ex moglie. La misura era stata chiesta per Manfrinati dal pubblico ministero un anno fa per stalking, richiesta respinta dal Gip del Tribunale di Varese e, per il quarantenne più volte denunciato dalla famiglia Limido, era stato invece emesso il provvedimento di divieto di avvicinamento che non è bastato ad evitare la tragedia da cui si è salvata per miracolo l’ex moglie.

A un anno di distanza è arrivata il 10 maggio la decisione della custodia cautelare in carcere anche per stalking con un’ ordinanza del giudice di Varese Luciano Luccarelli, "considerato che quanto accaduto il 6 maggio esprime, in primo luogo, l’urgenza di rivalutare l’esigenza cautelare posta a fondamento della misura generica acuitasi in modo allarmante sino a giungere ad esiti fatali".

Continua l’ordinanza "deve prendersi atto di come la misura cautelare del divieto di avvicinamento si sia mostrata del tutto sproporzionata per difetto a fronteggiare la predetta esigenza cautelare, stante la necessaria libera adesione che il suo destinatario avrebbe dovuto prestare ad essa".

Pertanto "la misura idonea a fronteggiare la predetta esigenza cautelare, per come e` andata drammaticamente evolvendosi, alla luce dell’eclatante gravità della violazione commessa in data 06.05.2024, è coercitiva della custodia cautelare in carcere".

Manfrinati il 6 maggio scorso non ha rispettato il divieto e ha raggiunto via Menotti dove ha ferito gravemente l’ex moglie e ucciso l’ex suocero, Fabio Limido. Dai primi riscontri dell’autopsia emerge che Limido, intervenuto per difendere la figlia, ha cercato di difendesi a mani nude dalle coltellate sferrate da Manfrinati, in carcere con l’accusa di omicidio dell’ex suocero e tentato omicidio dell’ex moglie. Nella mattinata di sabato è stata grande la partecipazione a Varese all’iniziativa di solidarietà per Lavinia e per dire no alla violenza sulle donne, presente anche la mamma, Marta Criscuolo, "Lavinia sta lottando come una tigre", ha detto. E’ stato un grande abbraccio accompagnato da due sole parole, in un incoraggiamento corale "Forza Lavinia". Ancora non è stata decisa la data dei funerali di Fabio Limido, sarà un’intera città a dargli l’ultimo saluto.