PAOLO GIROTTI
Cronaca

Manifattura di Legnano di nuovo all’asta

Tornano sul mercato i 41mila metri quadrati in pieno centro, prevista un'eventuale altra asta a settembre

La ex Manifattura di Legnano

Rieccola, a un prezzo ancora più scontato ma sempre alla ricerca di un nuovo proprietario che sia in grado di coniugare il comprensibile interesse privato dell’operatore e le necessità di avere utilità pubbliche all’altezza della storia e della "nobiltà" del contesto: l’area della ex manifattura di Legnano, 41mila metri quadrati in pieno centro cittadino ormai da tempo inutilizzati, torna all’asta per l’ennesima volta dopo una lunga serie di tornate andate deserte e il prezzo è ancor più appetibile se si considera che dagli oltre 21 milioni di euro della prima valutazione siamo ora giunti a soli tre milioni e 150mila euro che potrebbero essere sufficienti per chiudere l’affare. E se a luglio non dovesse succedere nulla, settembre diventerà comunque il mese decisivo grazie a un’offerta cauzionata che è già stata depositata da un ignoto potenziale compratore

La prossima asta è stata dunque fissata per il prossimo 26 luglio e segue temporalmente il primo appuntamento del 2021, l’asta del 28 gennaio nella quale lo stesso contesto era stato offerto a 3 milioni 800mila euro senza che si arrivasse comunque a una vendita: "Ho potuto rilevare un certo interessamento nelle fasi precedenti alla vendita – aveva spiegato in quell’occasione il liquidatore giudiziale, l’avvocato Giorgio Zanetti –, che si è però dissolto al momento di stringere i tempi e presentare un‘offerta concreta. Purtroppo il percorso è destinato a proseguire". Cosa è cambiato rispetto all’appuntamento di gennaio? Nella sostanza solamente il prezzo perché, a tutti gli effetti, già ad inizio anno sembravano esserci tutte le condizioni minime e indispensabili per poter giungere all’agognata vendita in tempi brevi. Soprattutto perché, dopo anni di notizie incerte che avevano contribuito ad allontanare i potenziali acquirenti, era finalmente arrivata l’ufficializzazione dei vincoli che la Soprintendenza aveva deciso di imporre. La relazione dalla Soprintendenza aveva definito con chiarezza quali sono gli edifici che verranno conservati all’interno dei 41mila metri quadrati: "L’opificio, la ciminiera, gli uffici, il convitto (palazzo Cambiaghi) e il villino del direttore - viene spiegato nella relazione a proposito degli immobili da conservare - rivestono interesse storico artistico particolarmente importante in quanto esempio compiuto di quella che fu in Lombardia l’architettura della produzione, alimentatasi di riferimenti estetici, tecnologici e di organizzazione del lavoro provenienti dall’Inghilterra, affinati ed innestati sulla storia e sulla cultura locale, come efficacemente testimoniato sia dalla volontà di riutilizzo di un edificio storico (palazzo Cambiaghi, trasformato in convitto per le operaie), sia dall’organizzazione planimetrica del complesso, nel suo rapportarsi con la città esistente".

Tutti elementi che i legnanesi ben conoscono della fabbrica, attiva dai primi anni del 1900 e poi sino al 2008, anche perché le aperture al pubblico organizzate negli ultimi anni avevano messo sotto gli occhi di tutti la bellezza di gran parte del contesto: simbolo dell’area è certamente la ciminiera che, alta 78 metri, costituisce la memoria di una città che non esiste più, quella della realtà industriale descritta anche da Enrico Parini ("i caminuni drizzi e storti") nella sua "Me Car Legnan", la canzone del 1949 che costituisce un po’ l’inno della città. Ma questo è il passato: per cominciare a ipotizzare il futuro serve un privato interessato all’acquisizione dopo che l’amministrazione ha già spiegato con chiarezza che non sarà il pubblico a muoversi in prima persona per l’acquisto.

E se nessuno dovesse presentarsi all’asta di luglio? Di certo non si andrà oltre settembre perché per quella data è già prevista una seconda asta: base di partenza 2,5 milioni e cioè la cifra di un’offerta cauzionata che è già stata depositata. Come dire: se qualcuno vuole comprare si faccia avanti, diversamente a settembre, senza altre offerte, la ex Manifattura verrà venduta a quella cifra all’ancora ignoto offerente.