PAOLO GIROTTI
Cronaca

Dal marito devoto all’amante intimorito fino al meccanico cinico: chi sono i sette uomini “al servizio” di Adilma

La 49enne, nove figli e tre ex mariti, è accusata di essere l’ideatrice del piano architettato per uccidere il compagno Fabio Ravasio, investito lo scorso 9 agosto a Parabiago

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Adilma Carneiro Pereira

Parabiago (Milano), 1 settembre 2024 – Adilma Pereira Carneiro, 49 anni, nove figli e tre ex mariti, è accusata di essere l’ideatrice del piano architettato per uccidere il compagno Fabio Ravasio, investito lo scorso 9 agosto lungo la strada provinciale 149 a Parabiago, nel Milanese. La 49enne brasiliana, in custodia cautelare in carcere, è stata soprannominata la “mantide di Parabiago” ed è una adepta del Candomblé, una religione afrobrasiliana.

Per gli inquirenti, la donna avrebbe architettato l’omicidio del compagno insieme a 7 complici, per buona parte amanti o ex amanti. Tutti al suo servizio, “gestiti” come pedine attraverso l’uso dei suoi riti magici derivati dalla religione afrobrasiliana Candomblè e dal timore che questo provocava negli interlocutori, ma più probabilmente attraverso la sua sprezzante abilità nel gestire le persone attraverso denaro e compensi, in questo caso sotto forma di appartamenti da regalare ai complici.

La donna fatale

Adilma Carneiro Pereira, colei che avrebbe dovuto «incassare» l’eredità del compagno Fabio Ravasio. «Non lo sopporto più» diceva alle persone vicine e così aveva iniziato da mesi a progettare come eliminare Fabio, tirando le fila di parenti, amici, amanti - soggiogati in parte dai riti magici della donna ma, più prosaicamente, anche dalle promesse di ricompensa - e coinvolgendo nel suo piano anche l’ultimo dei suoi tre mariti.

Il marito devoto

Marcello Trifone, anche lui esecutore del delitto: era al posto passeggero sulla Opel Corsa che ha travolto Ravasio. Trifone, 51 anni, membro di una facoltosa famiglia che nella zona del Magentino è ben nota per la storia dell’azienda «Stf caldaie», Trifone ha incrociato sulla sua strada Adilma parecchio tempo fa: i due si sono infatti sposati nel 2015 e risultano ancora formalmente coniugi.

L’amante intimorito

Fabio Ferretti, 47 anni, ideatore e coordinatore dell’esecuzione del reato. Proprietario di un bar a Parabiago, a poche centinaia di metri dalla casa via delle Orchidee dove verrà nascosta la Opel Corsa incidentata dopo l’omicidio, entra nel giro di Adilma come amico per diventare poi l’amante della donna. Si dice innamorato di lei, ma è anche intimorito dalla pratiche rituali di Adilma, retaggio della religione afrobrasiliana Candomble.

Il fidanzato social

Fabio Lavezzo, 32 anni, il «palo». Lavezzo entra nel raggio d’azione di Adilma una volta conosciuta la figlia maggiore Ariane, 30 anni, attraverso i social: quattro mesi prima dell’omicidio i due iniziano una relazione e a luglio Lavezzo si trasferisce armi e bagagli nell’abitazione di via delle Orchidee dove vive la giovane e dove risulta residente anche Trifone. Suo compito, a bordo di un furgone bianco, è quello di fare da palo.

Il figlio da sacrificare

Igor Benedito, 25 anni, l’autista ed esecutore del delitto: era alla guida dell’auto che ha investito Fabio Ravasio in via Vela a Parabiago. Figlio di un precedente matrimonio di Adilma e nato in Brasile, anche Igor si appoggiava totalmente alla madre per quanto riguarda le economie quotidiane. Non sempre i rapporti famigliari apparivano sereni, ma dopo essersi dimostrato recalcitrante in un primo tempo si presta al piano della madre.

L’amico bisognoso

Mirko Piazza, 44 anni, il secondo «palo». Piazza, conoscente di Adilma, viene a sapere del piano per uccidere Ravasio tre mesi prima, quando la donna gli confessa d’essere stanca della relazione con Fabio e intenzionata a entrare in possesso dei suoi beni. Piazza inizialmente si tira indietro poi, una settimana prima dell’omicidio e in occasione di una riunione alla quale partecipa con Trifone e Ferretti, a fronte della promessa di un appartamento decide di entrare nel gruppo e contribuire al piano.

Il meccanico cinico

Fabio Oliva, 40 anni, il «meccanico». Oliva, proprietario della carrozzeria Rusty Garage di Parabiago, viene arrestato nel pomeriggio del 28 agosto: dopo i primi sei fermi, infatti, gli inquirenti si mettono alla ricerca di chi può aver prima consigliato al gruppo l’uso della Opel Corsa per l’omicidio, inutilizzata da tempo e colpita anche da un fermo amministrativo, e poi rimesso in sesto l’autovettura. Secondo la procura di Busto Arsizio è proprio Oliva, a svolgere questo ruolo.

L’attore per necessità

Mohamed «Blanco» Dhaibi, 45 anni, «l’attore». Il 45enne di nazionalità nord africana, disoccupato, è stato l’ultimo fermato in ordine di tempo, dopo che gli inquirenti hanno avuto modo di ascoltare conversazioni in cui gli interlocutori intercettati si stupivano che «Blanco», questo il suo soprannome, non fosse stato interrogato. Conoscente di Adilma e coinquilino di Piazza per un breve periodo, «Blanco» aveva il compito di mettere in scena un finto malore prima del passaggio di Ravasio in via Vela